Scrivo questo post e non ci penso più.
Vi svelo il mio segreto segretissimo.
La mia grande vergogna.
Voi però non ridete, ok?
Siete pronti?
Siete sicuri?
Mi giurate che dopo questa rivelazione rimarrà tutto uguale tra di noi?
Si?
Ok, allora vado: prendo un bel respiro e poi lo scrivo.
Anzi no, conto fino a 3.
1
2
2 1/2
2 3/4
3
Io, Jane Pancrazia Cole, non so andare in bicicletta.
Ecco. L'ho scritto.
Ora, scusatemi, ma corro a nascondermi.
...sob...
Vi svelo il mio segreto segretissimo.
La mia grande vergogna.
Voi però non ridete, ok?
Siete pronti?
Siete sicuri?
Mi giurate che dopo questa rivelazione rimarrà tutto uguale tra di noi?
Si?
Ok, allora vado: prendo un bel respiro e poi lo scrivo.
Anzi no, conto fino a 3.
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Io, Jane Pancrazia Cole, non so andare in bicicletta.
Ecco. L'ho scritto.
Ora, scusatemi, ma corro a nascondermi.
...sob...
Se racconti a due bambine dalla sfrenata fantasia le vicende di Fatima e dei pastorelli il minimo che possa accadere è che le due innocenti si lascino prendere dall'entusiasmo ed inizino ad imbastire un semplice quanto ambizioso progetto.
No, non quello di farsi suore.
No, neanche quello di darsi alla pastorizia.
No, neppure quello di aprire un B&B a Fatima per accogliere i pellegrini.
La mia compagna di banco ed io, dopo un'illuminante lezione di religione in terza elementare, decidemmo "semplicemente" che da quel giorno saremmo state buonissime in modo da guadagnarci anche noi un'apparizione della Madonna.
La nostra non era una speranza ma una certezza. Ad un comportamento corretto sarebbe sicuramente corrisposto il premio desiderato, nello specifico una visione mistica. Punto. Le chiacchiere stavano a zero.
Io che passavo i week end a giocare a calcio con mio cugino Ale sdrumandogli sempre le caviglie, più aggressiva di Gattuso e più fallosa di Materazzi; io che anni addietro avevo ceduto la Barbie in comodato d'uso a quel porco di Giuliano; io che ritenevo la messa domenicale la peggiore delle punizioni; io avrei intrapreso la via della beatitudine.
Lei che conosceva certe colorite espressioni da far impallidire qualsiasi camionista turco; lei che passava i suoi pomeriggi a corcare di mazzate il fratello; lei che considerava il pettegolezzo una forma d'arte; lei mi avrebbe affiancata sulla medesima via.
Era proprio il caso di dire: Dio le fa e poi le accoppia.
Come andò a finire?
Ci mettemmo solo 24 ore per renderci conto che nessuna delle due sarebbe stata in grado di mantenere una condotta di vita adeguata e quindi decidemmo di rinunciare.
Ma negli anni seguenti ci saremmo comunque intrattenute in altri interessanti diversivi: come organizzare un mercato nero durante l'intervallo, sventare una rapina immaginaria in cartoleria e condurre una campagna tutta al femminile contro il bullo della scuola.
Sapete com'è: ci piaceva tenerci impegnate.
No, non quello di farsi suore.
No, neanche quello di darsi alla pastorizia.
No, neppure quello di aprire un B&B a Fatima per accogliere i pellegrini.
La mia compagna di banco ed io, dopo un'illuminante lezione di religione in terza elementare, decidemmo "semplicemente" che da quel giorno saremmo state buonissime in modo da guadagnarci anche noi un'apparizione della Madonna.
La nostra non era una speranza ma una certezza. Ad un comportamento corretto sarebbe sicuramente corrisposto il premio desiderato, nello specifico una visione mistica. Punto. Le chiacchiere stavano a zero.
Io che passavo i week end a giocare a calcio con mio cugino Ale sdrumandogli sempre le caviglie, più aggressiva di Gattuso e più fallosa di Materazzi; io che anni addietro avevo ceduto la Barbie in comodato d'uso a quel porco di Giuliano; io che ritenevo la messa domenicale la peggiore delle punizioni; io avrei intrapreso la via della beatitudine.
Lei che conosceva certe colorite espressioni da far impallidire qualsiasi camionista turco; lei che passava i suoi pomeriggi a corcare di mazzate il fratello; lei che considerava il pettegolezzo una forma d'arte; lei mi avrebbe affiancata sulla medesima via.
Era proprio il caso di dire: Dio le fa e poi le accoppia.
Come andò a finire?
Ci mettemmo solo 24 ore per renderci conto che nessuna delle due sarebbe stata in grado di mantenere una condotta di vita adeguata e quindi decidemmo di rinunciare.
Ma negli anni seguenti ci saremmo comunque intrattenute in altri interessanti diversivi: come organizzare un mercato nero durante l'intervallo, sventare una rapina immaginaria in cartoleria e condurre una campagna tutta al femminile contro il bullo della scuola.
Sapete com'è: ci piaceva tenerci impegnate.
Ci sono persone che nascono coraggiose e affrontano la vita con sprezzo del pericolo ed una certa dose d'incoscienza.
Io non sono una di quelle. Io sono nata paurosa e vivo facendomela metaforicamente sotto.
Ma se adesso sono un'adulta discretamente pavida, da piccola ero proprio una fifona senza speranza.
Una frignona priva di ritegno.
Una palla al piede.
Insomma: una discreta rompiballe.
Avevo il sacro terrore dell'acqua.
Quando mi facevano il bagnetto mi dibattevo come un'anguilla ed emettevo certi strilli che neanche un coguaro con la coda incastrata in una tagliola. E nelle vecchie foto al mare si possono ancora ammirare le mie espressioni da bimba gaudente in vacanza: c'è la classica "disperata, chi me l'ha fatto fare" sulla battigia e l'inarrivabile "terrorizzata, non voglio morire" nel canotto.
Ovviamente avevo anche paura del buio.
Ogni notte era una tragedia: vedevo ombre, immaginavo cose, mi convincevo che la stanza fosse infestata dai mostri mangia-bambini e così correvo a cercare riparo nel lettone dei miei.
Ora che sono diventata una signorina grande non ho più bisogno della coercizione fisica per farmi il bagno, ho perfino imparato a nuotare e nelle foto delle vacanze le mie espressioni variano dal "ma quanto sono gnocca?" al "oh cielo sembro una balena spiaggiata" a seconda della trippa accumulata durante l'inverno.
E il buio?
Ovviamente ho ancora paura del buio. E chi non ce l'ha?
Ma, in quanto adulta e vaccinata, dormo buona buona nel mio lettuccio, sperando che i mostri, nel caso si palesino, si pappino prima Ciccio.
E voi? Che paure avete? Non vorrete mica lasciarmi da sola a "confessarmi"? Guardate che io ho anche paura della solitudine!
Io non sono una di quelle. Io sono nata paurosa e vivo facendomela metaforicamente sotto.
Ma se adesso sono un'adulta discretamente pavida, da piccola ero proprio una fifona senza speranza.
Una frignona priva di ritegno.
Una palla al piede.
Insomma: una discreta rompiballe.
Avevo il sacro terrore dell'acqua.
Quando mi facevano il bagnetto mi dibattevo come un'anguilla ed emettevo certi strilli che neanche un coguaro con la coda incastrata in una tagliola. E nelle vecchie foto al mare si possono ancora ammirare le mie espressioni da bimba gaudente in vacanza: c'è la classica "disperata, chi me l'ha fatto fare" sulla battigia e l'inarrivabile "terrorizzata, non voglio morire" nel canotto.
Ovviamente avevo anche paura del buio.
Ogni notte era una tragedia: vedevo ombre, immaginavo cose, mi convincevo che la stanza fosse infestata dai mostri mangia-bambini e così correvo a cercare riparo nel lettone dei miei.
Ora che sono diventata una signorina grande non ho più bisogno della coercizione fisica per farmi il bagno, ho perfino imparato a nuotare e nelle foto delle vacanze le mie espressioni variano dal "ma quanto sono gnocca?" al "oh cielo sembro una balena spiaggiata" a seconda della trippa accumulata durante l'inverno.
E il buio?
Ovviamente ho ancora paura del buio. E chi non ce l'ha?
Ma, in quanto adulta e vaccinata, dormo buona buona nel mio lettuccio, sperando che i mostri, nel caso si palesino, si pappino prima Ciccio.
E voi? Che paure avete? Non vorrete mica lasciarmi da sola a "confessarmi"? Guardate che io ho anche paura della solitudine!
Per saperne di più seguite il link a Donne Pensanti."Il decalogo
- Faith ha 23 anni e quattro anni fa ha ucciso un potente connazionale, per difendersi dai suoi tentativi di violenza sessuale.
- E’ stata condannata a morte nel suo paese (che non contempla per le donne l’attenuante della legittima difesa).
- E’ scappata dal paese che la vuole morta.
- Si è rifugiata a Bologna credendo di essere al sicuro.
- Hanno tentato di violentarla nuovamente.
- Ha denunciato il suo aggressore.
- E’ stata fermata dalla Questura.
- E’ stata rimpatriata nel suo paese.
- In questo momento forse è già stata impiccata."
E fatelo ora: non c'è tempo da perdere!
Iniziò un pomeriggio del lontano 1991.
Io avevo appena 14 anni e lui 23.
Io stavo finendo il primo quadrimestre della seconda media e lui gli Australian Open.
Io ero io.
Lui era Boris Becker.
Lo vidi in televisione: alto ed imponente, con i capelli rossi e dei meravigliosi occhi blu.
Fu un colpo di fulmine.
Tutti pensarono che sarebbe stata solo una relazione breve, una cottarella senza importanza ed invece, tra i normali alti e bassi, le crisi ed i riavvicinamenti, le vittorie e le sconfitte, i fidanzamenti e pure i figli, il nostro rapporto continuò fino al 2001. Anno in cui il mio amato venne travolto dagli scandali, fece la figura del porco ma soprattutto del pirla e cadde rovinosamente dal piedistallo su cui l'avevo tenuto per tutto quel tempo.
Delusa e amareggiata abbandonai il mio principe azzurro, ormai molto sbiadito, al suo destino e decisi di crescere.
La mia storia con Boris iniziò nel 1991 e terminò nel 2001. Nessun'altra mia relazione è durata così a lungo.
Quindi, a tutt'oggi, il rapporto più duraturo che io abbia mai avuto è quello immaginario con un tennista egocentrico, fedifrago, evasore fiscale e, a detta di SorellaCole, pure bruttarello.
C'è qualcosa di più patetico e folle?
Certo che si! Una foto tratta dal nostro album privato, per esempio.
Questa è la mia personalissima "settimana della stupidera". L'avevate notato?
Io avevo appena 14 anni e lui 23.
Io stavo finendo il primo quadrimestre della seconda media e lui gli Australian Open.
Io ero io.
Lui era Boris Becker.
Lo vidi in televisione: alto ed imponente, con i capelli rossi e dei meravigliosi occhi blu.
Fu un colpo di fulmine.
Tutti pensarono che sarebbe stata solo una relazione breve, una cottarella senza importanza ed invece, tra i normali alti e bassi, le crisi ed i riavvicinamenti, le vittorie e le sconfitte, i fidanzamenti e pure i figli, il nostro rapporto continuò fino al 2001. Anno in cui il mio amato venne travolto dagli scandali, fece la figura del porco ma soprattutto del pirla e cadde rovinosamente dal piedistallo su cui l'avevo tenuto per tutto quel tempo.
Delusa e amareggiata abbandonai il mio principe azzurro, ormai molto sbiadito, al suo destino e decisi di crescere.
La mia storia con Boris iniziò nel 1991 e terminò nel 2001. Nessun'altra mia relazione è durata così a lungo.
Quindi, a tutt'oggi, il rapporto più duraturo che io abbia mai avuto è quello immaginario con un tennista egocentrico, fedifrago, evasore fiscale e, a detta di SorellaCole, pure bruttarello.
C'è qualcosa di più patetico e folle?
Certo che si! Una foto tratta dal nostro album privato, per esempio.
Questa è la mia personalissima "settimana della stupidera". L'avevate notato?
In seconda media mi presi una cotta per un mio compagno.
Si chiamava Marco, aveva un'aria decisamente equina ma piaceva a tutte ed anche a me.
Una mattina, prima che cominciassero le lezioni, mi chiese di "metterci assieme" ed io accettai al volo.
Fu una storia unica, irripetibile, ineguagliabile.
Una storia che non riuscirò mai a dimenticare.
Una storia che durò dalla prima ora all'intervallo.
Due ore.
Al suono della campanella l'essere abbietto mi mollò per mettersi con la mia migliore amica.
A distanza di tanti anni ho superato il trauma e riesco addirittura a ricordare l'episodio con divertimento.
Si, con una grande, grassa, risata ISTERICA!
Si chiamava Marco, aveva un'aria decisamente equina ma piaceva a tutte ed anche a me.
Una mattina, prima che cominciassero le lezioni, mi chiese di "metterci assieme" ed io accettai al volo.
Fu una storia unica, irripetibile, ineguagliabile.
Una storia che non riuscirò mai a dimenticare.
Una storia che durò dalla prima ora all'intervallo.
Due ore.
Al suono della campanella l'essere abbietto mi mollò per mettersi con la mia migliore amica.
A distanza di tanti anni ho superato il trauma e riesco addirittura a ricordare l'episodio con divertimento.
Si, con una grande, grassa, risata ISTERICA!
The nominees are:
Ero ospite a casa dei genitori del mio vecchio fidanzato (sempre lui).
Una mattina entrai in bagno e mi trovai di fronte al padre che, in procinto di farsi la doccia, se ne stava in piedi accanto al box con addosso solo un paio di striminziti slippini.
Lui, mantenendo un invidiabile aplomb, mi augurò il buon giorno.
Io, dotata di molto meno self control, corsi a nascondermi in camera, dove prima cercai di togliermi la vita con un'overdose di zigulì e poi di perdere la memoria sbattendo ripetutamente la testa contro il muro. Il tutto mentre il mio ex, invece di confortarmi, si rotolava a terra dal ridere.
L'immagine di quell'uomo in mutande da allora si è impressa indelebilmente nella mia mente e sono certa che mi accompagnerà per tutta la vita. E non per ribadire un vecchio concetto, ma questo increscioso episodio non si sarebbe mai verificato se TUTTI avessero l'abitudine di chiudersi a chiave in bagno proprio come FACCIO IO.
E voi? Qual è il vostro momento più imbarazzante? Siete in grado di battermi?
- Quella volta che andai a sbattere contro una cabina telefonica
- Quella volta che non riuscii a mantenere un basso profilo all'inaugurazione dell'anno accademico
- Quella volta che beccai il mio ex suocero in mutande.
Ero ospite a casa dei genitori del mio vecchio fidanzato (sempre lui).
Una mattina entrai in bagno e mi trovai di fronte al padre che, in procinto di farsi la doccia, se ne stava in piedi accanto al box con addosso solo un paio di striminziti slippini.
Lui, mantenendo un invidiabile aplomb, mi augurò il buon giorno.
Io, dotata di molto meno self control, corsi a nascondermi in camera, dove prima cercai di togliermi la vita con un'overdose di zigulì e poi di perdere la memoria sbattendo ripetutamente la testa contro il muro. Il tutto mentre il mio ex, invece di confortarmi, si rotolava a terra dal ridere.
L'immagine di quell'uomo in mutande da allora si è impressa indelebilmente nella mia mente e sono certa che mi accompagnerà per tutta la vita. E non per ribadire un vecchio concetto, ma questo increscioso episodio non si sarebbe mai verificato se TUTTI avessero l'abitudine di chiudersi a chiave in bagno proprio come FACCIO IO.
E voi? Qual è il vostro momento più imbarazzante? Siete in grado di battermi?
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