"Una volta tanto, non saranno le misure del corpo, l'avvenenza o la giovane età a fare la differenza, quanto piuttosto ciò che queste candidate hanno detto o fatto e quanto la loro personalità sia stata fondamentale da poter essere, secondo voi, da esempio o da rappresentare a buon diritto molte donne italiane."
Tra i 29 nomi proposti è impossibile che non troviate quello secondo voi più adatto. Quindi correte dalle "Streghe" e VOTATE VOTATE VOTATE!
(Non vi dirò a chi è andato il mio voto, perché non sarebbe corretto, ma lei lo sa.)
In linea con il percorso di promozione e celebrazione della creatività propria e di quella altrui che sto sposando ultimamente, non potevo che segnalarvi questo bellissimo sito.
In realtà dietro questa deliziosa idea si nasconde una compagnia che escludo abbia bisogno di Radio Cole per farsi pubblicità, ma si sa che io sono naif e mi piace comunque sentirmi partecipe.
E non dimenticate: be creative every day!
Vi ricordate il post che scrissi sulle storie brevi ed il sito dell'Einaudi?
No?
Come no?
Fatevi una cura di fosforo ragazzi miei: l'ho scritto solo dieci giorni fa!
Vabbè, nella mia infinita bontà ve lo linko: eccolo. Andate a leggerlo, io vi aspetto.
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Fatto?
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Fatto???
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Sentite, vi amo, ma mica posso passare la giornata qua!
Io vado avanti e poi voi mi raggiungete. Con calma.
Stavo dicendo: ve lo ricordate il post sulle storie brevi ed il sito dell'Einaudi?
Si? Molto bene.
Claudia Molinari, una bravissima illustratrice, si è ispirata a quelle microstorie per creare delle finte copertine di libri.
Volete vedere la mia? Ma sì che volete.
Eccola.
Per vederla al meglio cliccateci sopra.
Ma quanto è bellina?
A me piace da morire.
Semplice ma struggente.
Un lavoro impeccabile.
Le altre cover le trovate qua. Vi consiglio di dare un'occhiata: sono una più bella dell'altra.
Che dire? Tutta questa creatività, questi scambi, questi intrecci mi mettono una goduriosa allegria, una frizzante voglia di fare, un lussurioso entusiasmo che manco un ippopotamo nella sua pozza è più contento di me.
Rose mise le lasagne nel forno a microonde. Dopo pochi minuti la salsa di pomodoro iniziò a sfrigolare ed un delizioso profumo si diffuse per tutta la casa. Bob sprofondò meglio sul divano, con il vassoio ancora vuoto sulle gambe e la birra già aperta sopra il tavolino.
Si erano sposati quasi quarant'anni prima, durante la guerra. Lei con i capelli tirati su e nascosti da un velo, lui con la divisa e le scarpe lucide. Si erano conosciuti a ballare. Lei era molto brava, leggera come una piuma. Lui le aveva fatto la proposta dopo il primo boogie woogie. Lei aveva nascosto la risata sorpresa dietro le mani da ragazzina.
Rose gli portò il piatto.
"Perché non resti qui a farmi compagnia? Fra poco inizia la ruota della fortuna."
"Si mangia in cucina", gli rispose lei con finto rimprovero, tornando a sedersi al vecchio tavolo di formica.
La televisione era stato un regalo della loro unica figlia, un apparecchio ancora buono anche se ormai datato. Lucy l'aveva portato una sera di dicembre di dieci anni prima. Era arrivata con il televisore ed il piccolo Jimmy. Li aveva lasciati entrambi. Bob amava molto quell'apparecchio anche se ormai tutte le immagini viravano al blu.
Rose mangiava a piccoli bocconi, canticchiando un motivetto tra sé e sé ed osservando la parete. La macchia d'umidità si stava allargando sempre di più. Bisognava chiamare un idraulico o almeno dare una mano di vernice.
"Ci penserò io", disse Jimmy entrando dalla porta di servizio.
"A cosa?"
"Alla macchia. Ci penserò io", e si sedette di fronte al suo piatto ancora fumante.
Aveva diciotto anni, i capelli lunghi davanti agli occhi e le orecchie a sventola.
Un bravo ragazzo, pensò Rose.
Quella sera stessa Jimmy ridipinse la cucina e la camera dei nonni.
Un bel color crema.
Per nascondere l'umidità.
E tutto quel sangue.
Quanto sono fastidiose quelle mamme che parlano in continuazione dei propri bambini?
Quanto sono insopportabili quei nonni che descrivono i loro piccoli eredi come geni in erba?
Quanto sono patetiche quelle zie che con sguardo sognante ed aria ispirata fanno l'elenco dettagliato di tutte le straordinarie virtù dei nipotini?
Quanto? Tanto. Anzi, tantissimo.
Detto questo: voi non avete idea di quanto sia intelligente, spiritoso e bello mio nipote.
Un ometto alto 83 cm che parla italiano meglio di molti miei conoscenti, è più divertente della maggiorparte dei comici che si vedono in tv, e può sfoggiare un paio di fascinosi occhioni neri che pure George Clooney schiatterebbe d'invidia a vederli. Il piccoletto oltretutto può vantare delle microspalle da rugbista, uno scatto da centometrista e la resistenza fisica di un maratoneta. Il Principe che fu Cavaliere possiede anche il coraggio di un leone, un sorriso da squaletto e l'appetito di un bufalo a regime ipocalorico.
E' evidente, non sono io ad aver perso dignità e ragione, è lui ad essere uno spettacolo.
Quando avevo 20 anni sognavo di diventare ricchissima.
No, non volevo riempirmi la casa di borse col monogramma o di scarpe dalla suola rossa.
No, onestamente non pensavo neanche di eliminare la fame nel mondo o rattoppare il buco dell'ozono.
A me in realtà ha sempre stuzzicato l'idea di fare la mecenate, la scopritrice di talenti, la finanziatrice di artisti giovani (ma anche no), meritevoli e sconosciuti.
Ormai non ho più vent'anni ma solo un paio (...ehm...ehm...) in più, nel frattempo non sono diventata ricchissima e onestamente, ora come ora, se lo diventassi prima di ogni altra cosa finanzierei me stessa ed il mio sogno latticino-letterario in Corsica. Però in questi anni di frequentazione della rete ho scoperto che il passaparola può fare miracoli, e che avere una vetrina in più dove esibire il proprio talento e le proprie idee non può far altro che bene.
E' con questo spirito che vi propongo l'episodio zero di una serie comico-surreale: Radio Vertigo. Episodio che "a bunch of guys without money" si è autoprodotto.
Secondo me è un progetto con buone potenzialità.
Guardatelo e, se vi piace, passate parola.
Buona visione a voi e in bocca al lupo a loro!
L'altro giorno su twitter Einaudieditore ha fatto partire il trend #storiebrevi e tutto l'italo mondo tuittero l'ha seguito. Bisognava scrivere un racconto avendo a disposizione solo 127 caratteri. Spazi inclusi. Una storia breve, anzi brevissima.
Un gioco, una sfida, un'esibizione d'intellettuale vanità che ci ha coinvolto in molti.
Ho letto vicende drammatiche o lievi, divertenti o introspettive e, a mio insindacabile giudizio, ho deciso di porgere il virtuale scettro di Miglior Storia Breve a writer_arbeiter, il cui racconto spicca per sintesi, ironia ed originalità:
"Scusate il ritardo", disse Dio.
Oggi la stessa Einaudi ha dedicato uno speciale sul proprio sito a questi microracconti. A questo esempio di creatività divertita e divertente che per ventiquattro ore ha cinguettato sul web.
A questo punto vi starete chiedendo: e il titolo che c'entra?
Tra le storie citate nello speciale ce n'è anche una mia. Quindi, di fatto, oggi mi ritrovo sul sito dell'Einaudi Editore. E quando mi ricapita?
Allego testimonianza fotografica a futura memoria.
Il pastello colorato sfuggì alla cartella,
rotolò nel cortile,
si tuffò nel tombino,
seguì la corrente,
raggiunse il mare,
nuotò attraverso l'Oceano,
approdò alla spiaggia e
disegnò fiori colorati sui marciapiedi di tutto il Brasile.