Radio cole
  • Home
  • Laboratorio di Scrittura via Newsletter
  • Adelina
  • Il Mio Progetto
Non avrei potuto desiderare un compleanno migliore. Oggi, appena sveglia, ho ricevuto la notizia della felice conclusione della vicenda di Hambtamu. Ritrovato sano e salvo alla stazione di Napoli.
Un bellissimo tredicenne imbarcatosi in un'avventura più grande di lui che, per fortuna, è stato rintracciato e riportato dalla propria famiglia.

Caro Hambtamu,

ti parlo come parlerei a mio nipote.
Ti parlo come forse un giorno, quando sarà anche lui un piccolo uomo, dovrò parlargli sul serio.

La tua confusione è figlia della tua età e della tua storia. Il tuo desiderio è legittimo e comprensibile. Ma non sottovalutare mai più chi ti ama come ti ama la tua famiglia.
Non conosco i tuoi genitori ma conosco la loro storia. Conosco la tua storia. Conosco la nostra storia. Ed è per questo che sono certa che la tua mamma ed il tuo papà sono pronti ad ascoltarti, appoggiarti ed accompagnarti lungo il tuo viaggio.

Non aver paura di chiedere aiuto, chi ti ama è in grado di sorprenderti.

Con affetto,
la tua amica Pancrazia
Conoscete SettePerUno? Un blog, un sito, "uno spazio in cui far convergere la creatività pescata dentro e fuori il web".
Ogni mese viene data voce a sette autori diversi. Uno per ogni giorno della settimana.

Poco prima di Natale mi è stato proposto di scrivere un racconto in quattro parti. Io, per darmi un tono, ho finto di controllare nella mia agenda fitta d'impegni mentre in realtà, lusingata e incredula, ballavo nuda per casa. E probabilmente sarà per questo che ora sono raffreddatissima, con la voce da zombie e il piglio di un bradipo in agonia. Ma chissenefrega: ne è valsa la pena!

Per tutto gennaio il venerdì sarà il mio giorno.
Oggi inizia la storia di Pedro e Aninha. "151°".
Buona lettura.
Io amo il Natale ma detesto il Capodanno.

Il motivo principale che mi fa odiare san Silvestro risiede nella realtà dei fatti. Io ho collezionato una serie di veglioni fallimentari che neanche Fantozzi!
Io sto al Capodanno come il ragionier Ugo sta alle partite di calcio della Nazionale. Ogni volta succede qualcosa che trasforma una bella serata in una tragica commedia o in una comica tragedia, dipende dai punti di vista.

E' impossibile stilare una classifica dei 31 dicembre peggiori della mia vita ma, per il vostro diletto, vi farò qualche esempio sufficientemente esplicativo.

Il pensiero corre direttamente a molti anni or sono, in occasione del primo capodanno con G., il mio grande amore di gioventù. Avevo solo diciotto anni e quella sera, io e l'amore mio, volevamo approfittare della rimozione momentanea del coprifuoco per passare ore ed ore a farci tenere ed appassionate coccole. (Avete notato la scelta delicata del linguaggio? Avrei potuto dire scopare come due giovani e insaziabili ricci in calore, ma sono troppo Signora per sì triviali espressioni). Purtroppo il 30 mi venne l'influenza con annesso febbrone da cavallo. Contro i consigli di mammaCole, decisi di uscire comunque e m'imbottì di paracetamolo.
Ma purtroppo si sa: la mamma ha sempre ragione. L'effetto dei farmaci svanì poco dopo la mezzanotte. Ed io, peggio di Cenerentola, mi trasformai da sexy principessa in sorellastra febbricitante, malmostosa e moccolosa.
Il mio devoto amore trascorse le prime ore dell'anno nuovo a vegliare una diciottenne che bruciava, ma non certo di passione! La nostra relazione non arrivò al capodanno successivo. Del resto fu un miracolo che giunse all'epifania.

Il premio di 31 dicembre più patetico lo vince a mani basse quello che trascorsi con 4 amici. Due coppie. Una roba triste ma triste ma triste. Triste.
Mentre io assistevo al loro scambio di vari ed eventuali liquidi organici, il mio fidanzato di allora stava in montagna coi suoi amici. Perché? "Noi siamo una coppia moderna mica di quelle che devono per forza stare sempre appiccicate", mi disse.
Ovviamente (chevelodicoafare?) noi non eravamo una coppia moderna ma solo una coppia molto affollata. Cornuta e mazziata.

E come non parlare del magico capodanno del 2000? Quello che pensavo essere l'amore della mia vita mi aveva lasciato a Novembre, e io passai la notte fatidica cercando di uccidermi d'alcol. L'apice dell'abbrutimento lo raggiunsi quando di nascosto dalle mie amiche, che altrimenti me lo avrebbero impedito, corsi a telefonare al mio ex per fargli gli auguri e dirgli che, nonostante tutto, "gli volevo bene e sarebbe sempre stato molto importante per me". Incommentabile.

Infine c'è l'indimenticabile e indimenticato capodanno durante il mio Erasmus. Dovrei proprio parlarvene. Ma ora no. Nel prossimo post.
Ogni dicembre è la solita storia. Anzi, ogni anno che passa è un poco peggio. Incontro sempre più persone che, per un motivo o per un altro, dicono di odiare il Natale.
Chi lo odia per partito preso, chi per ragioni condivisibili e chi, ne ho il forte sospetto, solo perché è un modo come un altro per darsi un tono.

A me invece il Natale piace e, una volta per tutte, vorrei spiegarvi il perché.

Il mio Natale è la festa dei nonni che non ci sono più, ma è come se ci fossero ancora. Natale è il pigiamone di flanella e la colazione del 25 sentendosi perennemente una bimba. Natale sono i pacchi da aprire il 24 a mezzanotte perché noi terroni usiamo così, e quasi 50 anni di vita in Piemonte non hanno minimamente scalfito questa atavica abitudine.

Il mio Natale è la famiglia enorme, divertente e caciarona. Natale è la zia che mi conosce da quando andavo in giro col pannolino, e quindi pensa di avere il diritto di farsi i fatti miei. E forse, a pensarci, non ha tutti i torti. Natale sono gli auguri con le amiche più care, passa il tempo, cambiano le situazioni, ma a noi basta ancora un solo sguardo per capirci al volo.

Natale è soprattutto la festa della ludoteca. I bambini prendono una stellina di creta a testa, PrincipeV si fa strada tra tutti gli adulti e corre da sorellaCole con uno slancio che neanche il più devoto degli innamorati "Per te mamma. Fatta io!", dichiara appassionato.
E a me sembra di poter morire in quell'istante. Morire felice di fronte alla scena più bella che abbia mai visto. Morire di troppo amore.

Questo è il mio Natale.
Se foste al mio posto piacerebbe anche a voi.
Ormai siamo agli sgoccioli di questo 2011 e in rete, in televisione e sulla carta stampata fioccano le classifiche di tutto l'anno. Il miglior film, il miglior libro, la migliore canzone. E se non si parla di classifiche si parla di buoni propositi. Saremo tutti più buoni, più bravi e persino più belli. Insomma quest'anno non è ancora finito e io già non ne posso più. E allora sapete cosa ho deciso di fare? Salto l'ostacolo a piè pari e mi proietto direttamente nel 2012.
Indosso un bel foulard colorato sopra i folti ricci, brucio incenso, accendo candele e per voi, solo per voi, tiro fuori la mia impolverata sfera di cristallo. Et voilà! In un secondo mi trasformo in "Madame Pancrazià la blogger che tutto sa" e vi svelo cosa ci attende nei prossimi 365 giorni.
Nel 2012 vedo, vedo, vedo...vedo le Olimpiadi di Londra. Troppo facile? Ok, mi concentro di più.
Vedo, vedo, vedo...vedo tante cinghie tirate. Ok, avete ragione, oggettivamente pure questa non è un granché come previsione.
Abbiate pazienza, datemi una terza opportunità. Nel prossimo anno vedo, vedo, vedo... l'Enel Blogger Award 2012. Questo non lo sapevate, eh? So' maga!

Il concorso è aperto a tutti i blogger che si occupano di ambiente, finanza, attualità e lifestyle. Ci si può autocandidare, l'importante è che il vostro sito risponda a pochi requisiti fondamentali: deve essere attivo da almeno sei mesi, aggiornato almeno una volta a settimana e non essere multiautore.
Se siete interessanti recatevi sul sito ufficiale della competizione, registratevi, scegliete la categoria di appartenenza ed indicate il vostro post più bello e rappresentativo. Avete tempo fino al 17 gennaio. E da quel momento in poi pubblico, lettori, navigatori esperti della blogosfera potranno votare i propri blog preferiti fino al 13 marzo.
I primi classificati per ogni categoria si porteranno a casa, oltre ad un ego smisurato, anche un iPad 3G. E, come se non bastasse, verranno premiati durante una super glamour cerimonia nell’auditorium Enel. Mica pizza e fichi!
Dato che, ahimè, per ragioni di opportunità e correttezza non mi posso autocandidare. (Altrimenti non ce ne sarebbe più per nessuno). Vi faccio un poco di nomi di coloro che, secondo me, meriterebbero un'occasione e una vostra lettura. Non vorremo mica che vincano sempre i soliti noti? Io punto su: Machedavvero, Nonsolomamma, Il Rockpoeta, Sabrina Ancarola, Letteredalucca, A Casa Di Simo, Il diario delle Derelitte, Mammamsterdam, Inchiostro Indelebile, e Taccodieci. E voi?




Articolo sponsorizzato
Viral video by ebuzzing
Se non siete miei compagnucci di merende su Facebook o non seguite i miei cinguettii in 140 caratteri su Twitter, probabilmente non ne siete ancora stati informati. E quindi io, che vi voglio tanto bene, ho deciso di scrivere questo post per segnalare anche a voi un'offertona natalizia da non perdere.

Per far conoscere, diffondere ed incentivare l'utilizzo degli Ebook, la Book Republic ha messo a disposizione molti titoli in regalo: racconti, romanzi contemporanei, e anche qualche grande classico.

No, vi giuro non c'è la fregatura, almeno io non l'ho trovata. Ci si registra e si scarica. Il tutto in un minuto.

Fate anche voi come me: scorta senza ritegno né vergogna!
E buona lettura.
Questo post era nato per farvi gli auguri.
Un cosa semplice, senza troppe elucubrazioni, anche perché i miei "pensierini di Natale" me li conservo per dopo il 26. In questi giorni al computer ci stiamo tutti poco, e io che li scrivo a fare i pensierini se poi non li legge nessuno? Se avessi voluto scrivere solo per me stessa mi sarei comprata un quadernetto mica aperto un blog.

Comunque, come stavo dicendo, questo sarebbe dovuto essere un post per fare rapidamente gli auguri a tutti voi, miei amati lettori. Auguri con annesso video della pubblicità natalizia per eccellenza: quella della Coca Cola degli anni '80. Quella coi fricchettoni canterini. Ve la ricordate? Penso che l'abbiate vista tutti almeno una volta nella vita.

Io ero lì lì per prendere il video e postarlo quando un'improvvisa curiosità mi ha colto, "ma com'era la versione americana, quella non doppiata?", mi sono chiesta. E così l'ho cercata ed un particolare ha subito attratto la mia attenzione: la versione originale dura 20 secondi in più. E sapete perché? Perché in quella italiana vennero tagliati i primi piani dei ragazzi più "etnici", in particolare orientali ed afroamericani.

Probabilmente fu un'arida scelta di marketing. L'Italia di quei tempi non era particolarmente multietnica e c'era quindi il rischio che la popolazione di italici consumatori non si sentisse rappresentata da un gruppo troppo eterogeneo.

Il messaggio originale della pubblicità però era chiaramente di pace e fratellanza fra i popoli. Ed un messaggio del genere sarebbe stato valido anche per i noiosamente monocromatici italiani di allora.

Insomma, tutto questo discorso per dire che la scoperta dei "tagli" mi ha rattristata. E mi ha rovinato questo ricordo d'infanzia.

Detto ciò, gli auguri ve li faccio lo stesso perché noi, noi di Radio Cole, voi ed io, siamo belli e multietnici, magari non fuori ma sicuramente dentro.
E quei tagli NOI non li avremmo mai fatti né voluti.

Buon Natale a tutti!

La versione originale.


La versione italiana.
Il Salone Internazionale del libro è un evento irrinunciabile, una via di mezzo tra il paese dei balocchi, dove i sogni diventano realtà, e il decimo girone dell'inferno, dove i dannati sono costretti a condividere gli spazi con scolaresche moleste e sovraeccitate.

Io ci vado ogni anno piena di buone intenzioni e voglia di perdermi nel folle delirio, ma ogni anno faccio qualche errore che mi compromette il divertimento. Lo scorso maggio, ad esempio, ho indossato i tacchi. Pessima decisione. Alla fine della giornata ho fatto il tragitto verso la metropolitana strisciando sulle ginocchia come durante un pellegrinaggio. La Madonna non mi è apparsa ma innumerevoli santi sono stati ripetutamente interpellati.

La cosa che amo di più del mio "sacro" appuntamento annuale al Salone è girare tra le piccole e medie case editrici, ed acquistare opere prime di emeriti sconosciuti. Mi lascio attrarre da una bella copertina, un titolo accattivante o semplicemente il caso più assoluto.
Nel 2011 mi sono portata a casa due libri selezionati in questo modo.
Di uno, per correttezza ed evitare querele, non vi dirò nulla, tranne che la trama era fiacca, la scrittura dilettantistica ed il lavoro editoriale inesistente. Refusi ed errori pacchiani come se piovesse. Un insulto a qualsiasi lettore che dovrebbe avere almeno il diritto di mettere le mani su un "prodotto" curato e finito.
Dell'altro mio acquisto invece voglio raccontarvi tutto, con dovizia di particolari. Inizialmente sono stata attratta dalla copertina: un cespo d'insalata con i paraorecchi. Paraorecchi a forma di pecora, per la precisione. Poi dal titolo: Come l'insalata sotto la neve. Infine dal fatto che l'autore, Luca Gallo, fosse torinese.
Quindi, spinta dall'ammirazione per l'involucro accattivante e influenzata da un poco di sano campanilismo, ho acquistato questa opera prima edita da Intermezzi.

Dopo mesi e mesi d'attesa, dopo che il cespo di lattuga è stato accantonato in favore di altri titoli la cui lettura mi pareva più urgente, finalmente ho trovato il tempo per immergermi anche in questo libro. E, lo dico con grande soddisfazione, ho fatto bene perché mi è piaciuto. Mi è piaciuto davvero. L'ho letto, bevuto, mangiato con entusiasmo e divertimento, con passione e tenerezza.

La storia è quella di un preadolescente dalla famiglia disastrata e la grandissima sensibilità. Con un padre da manicomio, una madre repressa ed un fratello maggiore come unico faro.
Lo so cosa state pensando in questo momento: Ammaniti. Ed è vero, in certi frangenti questo romanzo ricorda il suo stile. Ma c'è da dire che lo scrittore romano, che io tra l'altro amo molto, non ha egli stesso inventato niente di nuovo. La letteratura passata e presente, italiana e internazionale, è piena di romanzi di formazione in cui sono riscontrabili questi elementi.
Luca Gallo di suo ci aggiunge ironia ed immagini surreali, speranza ed ottimismo. E lasciatemi dire che l'ambientazione cittadina torinese regala al tutto un valore in più. Soprattutto per chi può riconoscerne i luoghi, le immagini ed i colori.

Ogni tanto spunta qualche inevitabile ingenuità ma, secondo me, il ragazzo si farà. Spero proprio che in futuro abbia ancora storie da raccontarci, potrebbero essere altre piacevoli sorprese.
Post più recenti Post più vecchi Home page

Il mio Laboratorio di Scrittura via Newsletter

Il mio Laboratorio di Scrittura via Newsletter

IL MIO SITO

IL MIO SITO

La mia vetrina Amazon

La mia vetrina Amazon
Dai un'occhiata ai miei consigli di lettura e scrittura...

Social

POPULAR POSTS

  • Capitolo due: "I ragazzi"
  • Un diverso punto di vista
  • #twitscript n°1

Categories

IlMioProgetto chiacchiere libri Racconti viaggi cinema Torino RadioCole attualità musica televisione società DiarioRacconti sport Nella Rete blogosfera Laboratorio Condiviso teatro citazioni microracconti FacceDaPalco arte Un marito per caso e per disgrazia scrittura creativa Erasmus HumansTorino Peanuts cabaret lavoro Rugby meme ImprovvisazioneTeatrale PrincipeV poesia OffStage articolo sponsorizzato Pancrazia Consiglia pubblicità twitter PancraziaChi? TronoDiSpade articolo Adelina Harry Potter Podcast premi tennis graficamente PancraziaInBerlin laboratorio scrittura materiale di scarto DaFacebookAlBlog Pancrazia and the City Roma True Colors DonnePensanti EnglishVersion favole sogni CucinaCole IlRitorno chiavi di ricerca dasegnalare help 2.0 video Le piccole cose belle Mafalda Rossana R. cucina dixit kotiomkin live blog candy branding copywriting da segnalare metropolitana personal branding satira viaggio dell'eroe
Powered by Blogger.

Blog Archive

  • ▼  2023 (31)
    • ▼  settembre (4)
      • Laboratorio d'Autore
      • On line
      • Diretta Instagram
      • A ognuno il suo racconto
    • ►  agosto (2)
    • ►  luglio (4)
    • ►  giugno (1)
    • ►  maggio (3)
    • ►  aprile (5)
    • ►  marzo (4)
    • ►  febbraio (6)
    • ►  gennaio (2)
  • ►  2022 (57)
    • ►  dicembre (3)
    • ►  novembre (5)
    • ►  ottobre (10)
    • ►  settembre (5)
    • ►  agosto (3)
    • ►  luglio (6)
    • ►  giugno (6)
    • ►  maggio (9)
    • ►  aprile (3)
    • ►  marzo (1)
    • ►  febbraio (3)
    • ►  gennaio (3)
  • ►  2021 (20)
    • ►  dicembre (3)
    • ►  novembre (1)
    • ►  settembre (1)
    • ►  agosto (6)
    • ►  aprile (2)
    • ►  marzo (2)
    • ►  febbraio (2)
    • ►  gennaio (3)
  • ►  2020 (84)
    • ►  dicembre (6)
    • ►  novembre (6)
    • ►  ottobre (6)
    • ►  settembre (6)
    • ►  agosto (6)
    • ►  luglio (10)
    • ►  giugno (9)
    • ►  maggio (11)
    • ►  aprile (8)
    • ►  marzo (8)
    • ►  febbraio (4)
    • ►  gennaio (4)
  • ►  2019 (6)
    • ►  dicembre (1)
    • ►  agosto (1)
    • ►  luglio (2)
    • ►  febbraio (1)
    • ►  gennaio (1)
  • ►  2018 (37)
    • ►  dicembre (1)
    • ►  novembre (5)
    • ►  ottobre (3)
    • ►  settembre (7)
    • ►  agosto (3)
    • ►  luglio (2)
    • ►  maggio (1)
    • ►  aprile (7)
    • ►  marzo (8)
  • ►  2017 (23)
    • ►  settembre (2)
    • ►  maggio (2)
    • ►  aprile (4)
    • ►  marzo (8)
    • ►  febbraio (6)
    • ►  gennaio (1)
  • ►  2016 (20)
    • ►  settembre (2)
    • ►  giugno (2)
    • ►  maggio (1)
    • ►  aprile (7)
    • ►  marzo (2)
    • ►  febbraio (1)
    • ►  gennaio (5)
  • ►  2015 (78)
    • ►  dicembre (1)
    • ►  ottobre (4)
    • ►  settembre (4)
    • ►  agosto (8)
    • ►  luglio (6)
    • ►  giugno (7)
    • ►  maggio (6)
    • ►  aprile (6)
    • ►  marzo (11)
    • ►  febbraio (11)
    • ►  gennaio (14)
  • ►  2014 (242)
    • ►  dicembre (17)
    • ►  novembre (8)
    • ►  ottobre (8)
    • ►  settembre (10)
    • ►  agosto (7)
    • ►  luglio (18)
    • ►  giugno (18)
    • ►  maggio (19)
    • ►  aprile (23)
    • ►  marzo (40)
    • ►  febbraio (38)
    • ►  gennaio (36)
  • ►  2013 (353)
    • ►  dicembre (40)
    • ►  novembre (37)
    • ►  ottobre (48)
    • ►  settembre (33)
    • ►  agosto (35)
    • ►  luglio (39)
    • ►  giugno (35)
    • ►  maggio (40)
    • ►  aprile (23)
    • ►  marzo (8)
    • ►  febbraio (10)
    • ►  gennaio (5)
  • ►  2012 (126)
    • ►  dicembre (10)
    • ►  novembre (9)
    • ►  ottobre (12)
    • ►  settembre (13)
    • ►  agosto (19)
    • ►  luglio (10)
    • ►  giugno (10)
    • ►  maggio (7)
    • ►  aprile (6)
    • ►  marzo (10)
    • ►  febbraio (10)
    • ►  gennaio (10)
  • ►  2011 (95)
    • ►  dicembre (18)
    • ►  novembre (6)
    • ►  ottobre (4)
    • ►  settembre (9)
    • ►  agosto (5)
    • ►  luglio (10)
    • ►  giugno (12)
    • ►  maggio (4)
    • ►  aprile (7)
    • ►  marzo (9)
    • ►  febbraio (4)
    • ►  gennaio (7)
  • ►  2010 (97)
    • ►  dicembre (9)
    • ►  novembre (6)
    • ►  ottobre (2)
    • ►  settembre (7)
    • ►  agosto (7)
    • ►  luglio (16)
    • ►  giugno (10)
    • ►  maggio (8)
    • ►  aprile (9)
    • ►  marzo (9)
    • ►  febbraio (6)
    • ►  gennaio (8)
  • ►  2009 (61)
    • ►  dicembre (4)
    • ►  novembre (5)
    • ►  ottobre (10)
    • ►  settembre (8)
    • ►  agosto (3)
    • ►  luglio (5)
    • ►  giugno (2)
    • ►  maggio (4)
    • ►  aprile (6)
    • ►  marzo (5)
    • ►  febbraio (4)
    • ►  gennaio (5)
  • ►  2008 (76)
    • ►  dicembre (3)
    • ►  novembre (5)
    • ►  ottobre (8)
    • ►  settembre (5)
    • ►  agosto (5)
    • ►  luglio (6)
    • ►  giugno (6)
    • ►  maggio (11)
    • ►  aprile (12)
    • ►  marzo (8)
    • ►  febbraio (5)
    • ►  gennaio (2)
  • ►  2007 (132)
    • ►  dicembre (2)
    • ►  settembre (18)
    • ►  agosto (11)
    • ►  luglio (33)
    • ►  giugno (13)
    • ►  maggio (13)
    • ►  aprile (16)
    • ►  marzo (26)

Copyright © Radio cole. Designed & Developed by OddThemes