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Ho "incontrato" Daniel Cuello su twitter più di un anno fa.
Appena ho visto il suo sito mi sono ripromessa che, prima o poi, ne avrei parlato su Radio Cole.
E quale occasione migliore se non la mia fresca fresca rubrica "Nella Rete"?

Daniel disegna racconti e illustrazioni.
Narra storie attraverso le immagini.
Crea poesie e suggestioni con il suo tratto deciso e mai banale.

Autodidatta dal grande talento, mischia al piacere del racconto quello delle immagini in un equilibrio delicato e originale.

Trai tanti lavori e progetti che potete trovare sul suo blog vi segnalo in particolare People. Una carrellata di facce, persone, espressioni, personaggi.



Bravo, eh? Ve l'avevo detto!
Non guido spesso.
Quando lo faccio, di solito, m'innervosisco.
M'innervosisce il traffico e mi esaurisce cercare parcheggio.
Come a tutti, del resto.

Mi piace guidare solo di sera, di notte o al mattino presto.
Insomma, mi piace guidare quando ci sono poche macchine in giro.

Molti anni fa, quando lavoravo in una birreria vicino a Porta Nuova, mi piaceva tornare a casa in piena notte. Da sola.
La mia vecchia Peugeot sfrecciava per un Corso Vittorio muto e sordo.
Il corpo era stanco ma la mente ancora vigile. Il desiderio del riposo si alternava con il piacere di una città tutta per me.
A quell'ora erano solo quindici minuti di strada e delle volte era difficile resistere alla tentazione di mettermi a girare in tondo, per godere un poco più a lungo di quella solitudine e di quella pace.

Quando lavoravo ancora all'AVIS mi alzavo tutte le domeniche all'alba.
Tutte le domeniche. All'alba.
Sarebbe stata una tortura insopportabile se, oltre la salita del garage, non ci fosse stata ogni volta una Torino ancora addormentata ad attendermi.
Nessuno per strada. Nessuno sui marciapiedi.
Ed io, al sicuro nel mio bozzolo scarlatto, che facevo progetti, cantavo e ballavo.
Amoreggiavo con una città che era tutta mia.

Ieri sera ho riscoperto quella vecchia sensazione.
Non era poi così tardi ma le vie erano già quasi completamente sgombre.
C'ero solo io.
Io per i miei corsi grandi e vuoti.
Io con i miei pensieri e i miei spazi.
Io ancora padrona di questi luoghi.
Io come tanti altri. Ma più di tanti altri.
Io.
#Twitscript n°2

Da oggi sulle sfolgoranti pagine di Radio Cole si apre una nuova rubrica, un appuntamento settimanale con i tesori presenti Nella Rete, con tutto ciò che di bello, creativo e innovativo si trova navigando tra blog, siti, social network e chi più ne ha più ne metta.

La mia passione e la mia curiosità per i talenti sparsi nel web è cosa nota. Più volte in questo blog vi ho proposto iniziative e soggetti che, secondo me, meritavano la vostra attenzione.
D'ora in poi però questa mia attitudine da "scopritrice di talenti wannabe" sarà ancora più sfruttata e setaccerò la rete per voi (e per me) in cerca di piccoli e grandi tesori.

Con il primo numero di questa rubrica ho deciso di partire col botto, tanto che mi è già venuta l'ansia da prestazione per il secondo e la necessità di mantenermi all'altezza.

Tempo fa vi proposi "Motore", un corto di Alessandro Marinaro. Oggi raddoppio con "Buongiorno, sig. Bellavista", scritto e diretto sempre dallo stesso regista catanese.

Trenta minuti di emozioni e poesia.
Un cast sorprendente per un racconto sul piacere della scoperta. La scoperta della vita, del mondo, di tutto ciò che ci circonda. Un piacere che ci nutre, ci rinvigorisce e ci rende persino più graziosi.
Una scoperta che può avvenire attraverso gli occhi, le mani, una cinepresa o anche una penna. Questo Marinaro non lo dice, ma lo aggiungo io.

Non sono un'esperta di cinema e non voglio atteggiarmi a tale. Vi propongo questo film solo perché mi ha sorpresa e conquistata. E, del resto, vi pare poco?
Tra lo svolgersi dei dialoghi ho ritrovato una familiarità passata. Tra le immagini e la corsa forsennata del protagonista una presente e futura.
In effetti è questo che fanno i personaggi che Marinaro ama rappresentare: corrono! Alcuni scappano dai propri sogni altri si buttano in braccio alla vita. Di sicuro non stanno mai fermi.

Buona visione!

Entrambi i corti, sia "Motore" sia "Buongiorno, sig. Bellavista", partecipano alla seconda edizione del concorso "Short Movies" promosso da La3. Per votare e dare un'occhiata anche agli altri partecipanti andate sulla pagina Facebook ufficiale.
Deve esserci un errore. Ci riprovo.

Ci siamo visti per una sola ora in quel locale.
Da quel momento la mia vita non è stata più la stessa.

Mi manca. Mi manca come l'aria che respiro. Mi manca come l'acqua che mi disseta. Mi manca come il cibo che mi nutre.

Un incontro casuale. Gomito a gomito aspettando la consumazione al bancone del bar.
Un bel sorriso, una fossetta sulla guancia destra e gli occhi che si facevano piccoli piccoli.
Luca. Che nome meraviglioso.

"Maria? Bello. Così semplice"
Mi è bastato questo per capire che fosse quello giusto.

Gli altri erano stati solo pallidi surrogati.
Errori.
Piccole sviste lungo il percorso che mi aveva portato fino a lui.

Abbiamo trascorso un'ora, seduti fianco contro fianco.
Ci siamo raccontati. Storditi di chiacchiere. Ubriacati del reciproco interesse.

Studi. Famiglia. Amici. Passioni.
Ogni cosa che s'incastra perfettamente.
Le mani che si sfiorano. Il rossore sulle guance. Il suo sguardo sulle mie labbra.
E ancora parole, parole, parole.
A soffocarsi.
A sollevarsi.
A reinventarsi.

Seduti per terra, in un angolo, al buio.
Gli altri costretti a scavalcarci.
Al sicuro, protetti dal mondo, lontani da tutto.

Complicità.
Intimità.
Intensità.

Perfezione.

Certe coppie ci mettono una vita. Ad alcune neanche basta.
Ma a noi no. A noi è stata sufficiente un'ora per chiudere il cerchio.
Per trovare l'equilibrio.
Per ricongiungerci come le due metà di una mela.

Luca è mio ed io sono sua. Per sempre.

Gli ho detto tutto di me.
Tutto.
Sa che mi mangio le unghie.
Sa che dormo sul fianco sinistro. E russo.
Sa che ho rigato la macchina a Sandro dopo che mi ha lasciata. Che ho molestato telefonicamente Pino per non avermi invitata ad un secondo appuntamento. Che ho investito Roby con il motorino, dopo che si è rimesso con la sua ex. Che ho avvelenato il cane di Marco perché era evidente che tentasse di separarci. Che ho rotto il femore alla nonna di Gino perché diceva che non andavo bene per suo nipote.

Gli ho detto tutto di me.
Tutto.

"Ora devo proprio andare"
"Ci scambiamo i numeri?"
"Ma certo"

Ci riprovo.
Numero inesistente.
Non è possibile.

Deve esserci un errore. Ci riprovo.

Vi avevo già parlato, in un articolo precedente, dell'ottima pagina Facebook di Unicredit, e della possibilità di partecipare a concorsi il cui tema ed i cui premi appartengono al mondo dell'arte, della cultura, e agli interessi dei più giovani.
Anche molto più giovani di me, purtroppo. Sob.

A partire da questi giorni e fino alle ore 16 del 29 marzo, è possibile partecipare al concorso Word Genius.
Un quiz che mette alla prova la nostra conoscenza dell'italiano e ci rende dolorosamente consapevoli delle nostre imbarazzanti lacune.


Ma come si fa?
Ecco, vi dico come ho fatto io.
Passo passo, perché ormai, dopo tutti questi anni di blog, non sono invecchiata solo io ma anche voi, miei stagionati lettori.

Quindi, prima di darci tutti al Bingo, spariamoci le ultime cartucce con i concorsi online.

Ci si collega alla pagina Facebook di Unicredit. Si clicca sul link dedicato a Word Genius. Si diventa fan e poi...
E poi si gioca.

Prima, però, bisogna scegliere il livello di difficoltà ed il conseguente premio in palio.
Si va dal facile, al medio, per concludere con il difficile.
Ed i premi vanno da un buono per la Feltrinelli, a un Kindle Paperwhite, per finire con un Samsung Galaxy.   
Fanno eccezione solo i possessori della genius card, che hanno la possibilità di vincere un Samsung Galaxy Note 10.1.


Io, ovviamente, spocchiosa da par mia, mi sono subito buttata sul difficile. Facendo una figura di quelle che non si dimenticano.
Quindi sono passata al livello medio. E ho, con una gran botta di fortuna, fatto un figura decisamente migliore! Ora non mi resta che sperare di essere estratta tra i fortunati vincitori.

In bocca al lupo a tutti! E soprattutto a me!

Quasi un anno fa veniva organizzato il #Twitscript n°1.
In quell'occasione, a partire da una poesia dell'indimenticata e indimenticabile Wislawa Szymborska, era stato prodotto un video in cui si dava letteralmente voce agli utenti di Twitter e ai loro pensieri.

Ora è finalmente giunto il momento del #Twitscript n°2.
Per questo secondo progetto cambia l'argomento e la poesia d'ispirazione, ma il meccanismo è sempre lo stesso: bisogna scrivere un tweet, leggerlo ad alta voce, registrarsi e inviare il file ai responsabili.
Silvia Storelli, con la collaborazione dell’equipe di lebagatelle.net, ne farà un video con diversi nomi, identità, respiri e riflessioni.

La poesia scelta quest'anno è un piccolo capolavoro d'umorismo, frutto di quella mente geniale nonché penna felice, di Stefano Benni.

Io ti amo

Io ti amo
e se non ti basta
ruberò le stelle al cielo
per farne ghirlanda
e il cielo vuoto
non si lamenterà di ciò che ha perso
che la tua bellezza sola
riempirà l’universo
Io ti amo
e se non ti basta
vuoterò il mare
e tutte le perle verrò a portare
davanti a te
e il mare non piangerà
di questo sgarbo
che onde a mille, e sirene
non hanno l’incanto
di un solo tuo sguardo
Io ti amo
e se non ti basta
solleverò i vulcani
e il loro fuoco metterò
nelle tue mani, e sarà ghiaccio
per il bruciare delle mie passioni
Io ti amo
e se non ti basta
anche le nuvole catturerò
e te le porterò domate
e su te piover dovranno
quando d’estate
per il caldo non dormi
E se non ti basta
perché il tempo si fermi
fermerò i pianeti in volo
e se non ti basta
vaffanculo.
(da: “Ballate” Feltrinelli, 1991)
Il tweet con cui partecipare deve nascere dal completamento di questa frase:
“Io ti amo e se non ti basta . . . . . . . . . . . .  se non ti basta vaffanculo ”

Vi sentite ispirati? Allora vi consiglio di fare un salto sulla pagina ufficiale dell'iniziativa, Le Bagatelle, per leggere per bene il regolamento (che io credo di averlo spiegato una schifezza!) e darvi subito da fare.

Non c'è tempo da perdere: l'invio del file audio deve avvenire entro il 1° febbraio. Presto che è tardi!

N.d.A: nel caso vi stiate chiedendo se parteciperò anch'io, onestamente non lo so. A parte il fatto che la mia vocetta da gallina strozzata mi è fonte d'indicibile imbarazzo, per ora non mi è venuto in mente proprio nulla per completare il tweet.
A me sembra già perfetto così: "Io ti amo e se non ti basta, e se non ti basta vaffanculo"
Ehi organizzatori, dico a voi, va bene? E' valido?

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