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Ognuno ha una storia da raccontare.

Come la barista dalla caviglia tatuata.

Ti serve una rossa in bottiglia mentre dice di sua madre:
"La conosco appena. Mio padre invece si è spezzato la schiena per me".

Ma da solo non è mai riuscito a stare. Una fidanzata dopo l'altra. Una donna dopo l'altra.
"Alla fine mi sono stufata e me ne sono andata"

Un lavoro. Una mansarda. Una vita indipendente. A 15 anni.
A quell'età devi stare attenta. Ti devi difendere. Ti fai venire la scorza dura. Fuori e pure dentro.

"Ho fatto le cose per bene. Non è mica facile quando ci si trova da soli così piccoli. Sono già passati dieci anni e non ho mai combinato un casino. E non ho mai avuto bisogno di chiedere aiuto", dice accarezzandosi la pancia.

E' orgogliosa.
Di sé. Del bambino che attende. Della famiglia che si sta costruendo.
"Non è successo per caso. L'abbiamo voluto."

Ognuno ha una storia da raccontare.

Siamo rimasti solo in tre. Gli altri sono tutti dietro. 
Douglas e Ahmed scattano, ma questa è la mia giornata. 
Muscoli. Fiato. Testa. 
Un passo dopo l'altro. Sono leggero. Volo.
Questa è la mia medaglia.
(1988)
Ognuno ha una storia da raccontare.
Come l'uomo dalla cravatta gialla.
Ingoia piccoli sorsi di una bionda torbida e ad alta voce dice di suo padre: "Era bello come il sole! Ma io ho preso da mamma. Diciamo che sono simpatico. Un tipo"
Ride.

Il padre andò a comprare le sigarette. E sparì in una nuvola di fumo.
Sparì lasciando una moglie e tre figli.
Tre figli. Due femmine e un maschio.
"Da quando se ne è andato ho fatto sempre il mio dovere. Ho fatto l'uomo di casa."
Per quarant'anni si è caricato sulle spalle ogni responsabilità. Ha vissuto la vita che gli era stata assegnata, senza un dubbio, senza un ripensamento. Sapeva cosa c'era da fare e l'ha fatto.

"Le foto delle mie figlie", mostra orgoglioso. "Non sono bellissime?"

Per quanrat'anni ha fatto ciò che ci si aspettava da lui.
Poi, quando tutto era sistemato, quando tutte erano sistemate, ha aperto la porta e ha cominciato a camminare. Ha cominciato a vivere.

Non è scomparso in una nuvola di fumo. Non lo farebbe mai. Non potrebbe stare senza le sue donne.
"Le mie figlie hanno capito. Pure le mie sorelle. Persino mia madre. Mia moglie no"

"Frocio!" gli urlano da un tavolo.
Lui ride, paga da bere a tutto il locale e se ne va via con un inchino.

Ognuno ha una toria da raccontare.
Entro nel negozio di Hiroji. Cartelloni colorati annunciano una grande novità: si chiama Compact Disc.
(1982)
Paolo sparì. Bianca inciampò. L'Albero cadde. Il pubblico si assiepò all'uscita secondaria. L'attrice urlò di fronte all'immagine deturpata allo specchio. Il teatro bruciò dalle propria fondamenta.

Paolo scappò verso la periferia, lontano da Bianca che giaceva a terra, lontano dall'albero tagliato alla base, lontano dal pubblico che gridava, lontano dall'attrice e la sua disperazione, lontano dalle fiamme che divoravano arte e sogni.

Bianca si asciugò le ferite con un fazzoletto rubato a Paolo, si sedette sui resti dell'albero, salutò il pubblico in fuga, osservò compiaciuta il dolore della rivale, si specchiò nelle lingue di fuoco che salivano al cielo.

L'albero dormì il sonno del giusto sopra le assi del palcoscenico, guardò le suole di Paolo che si allontanavano, accolse il corpo di Bianca, non udì la disperazione della prima donna, volò in alto con la cenere.

Il fiammifero prese vita. Il fuoco crebbe e portò via tutto: scenografie con un'anima, incidenti di scena e fuggiaschi senza spina dorsale.

E fu la Corsa. E fu l'Urlo. E fu il Tonfo. E fu la Fine.

E fu il Sipario.
Applausi.
"Sometimes you want to go
where everybody knows your name,
and they're always glad you came:
you want to be where you can see,
our troubles are all the same;
you want to be where everybody knows your name"
(1982)
"Vattinni chista è terra maligna!
Fino a quando ci sei ti senti al centro del mondo, ti sembra che non cambia mai niente. Poi parti. Un anno due, e quanno torni è cambiato tutto: si rompe il filo. Non trovi chi volevi trovare. Le tue cose non ci sono più. Bisogna andare via per molto tempo, per moltssimi anni, per trovare, al ritorno, la tua gente, la terra unni si nato. Ma ora no, non è possibile. Ora tu sei più cieco di me."
(1988)
Guido lungo una strada spenta. Un quartiere spento. Una città spenta. Un'Italia spenta.
(2003)
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