Lisa e Bianca avevano indossato i loro costumi migliori ed erano impeccabili, come sempre. Mentre Claudia prendeva il sole in calzoncini e maglietta. Pisolava sul materassino al centro della piscina e le sue All Star viola ormai pucciavano nell’acqua.
“Non potresti almeno toglierti le scarpe?” le urlò Lisa dalla sdraio. “È disgustoso e gli altri stanno per arrivare!”
“No” rispose Claudia in uno sbadiglio.
“Come il Signore le abbia messe sulla Terra tutte assieme è un mistero”, diceva sempre la loro madre.
Lisa, Bianca e Claudia erano sorelle. Gemelle.
Identiche nell’aspetto. Gli stessi occhi verdi. Le stesse labbra, perfette. Le stesse orecchie, piccole. Le stesse ginocchia, la destra leggermente storta verso l’interno.
Venute al mondo sedici anni prima, avevano trascorso il primo lustro in simbiosi, uguali nei modi, negli abiti, nei giochi. Poi la madre le aveva iscritte in ritardo a scuola. “Abbiamo già diviso le sezioni. Non c’è posto per tutte e tre in una sola classe, le dobbiamo dividere” aveva spiegato il Preside. Il loro padre aveva urlato, rivendicando diritti e “lei non sa chi sono io”. La loro madre aveva pianto, sconcertata, colpevole e fragile. Le bambine avevano assistito alla scena attonite, temendo una catastrofe ma non comprendendo appieno il motivo di tanto scompiglio. Fino al loro primo giorno di scuola.
Lisa e Bianca erano entrate in una classe, mano nella mano, la madre con loro. Claudia, invece, era rimasta indietro con il padre. “Tesoro, tu vieni con me” le aveva detto, mentre le sue sorelle si mettevano in fila per due dietro ad altri bambini. Avevano attraversato il corridoio color pastello fino in fondo, fino a raggiungere un’altra aula, con altri bambini e senza le sue sorelle. “Povera Claudia” avevano pensavano tutti, genitori, nonni e bambini. Lei, invece, non aveva saputo bene che pensare. Era più curiosa che spaventata.
Varcata la soglia dell’aula, la maestra le era andata incontro, facendosi spazio tra una folla di nani urlanti. “Benvenuta, cara” le aveva detto per poi farla sedere intorno a un tavolo su cui erano ammucchiate tantissime matite. “Quale scelgo?” aveva chiesto Claudia con gli occhi pieni di nuove possibilità . “Quella che vuoi, ci sono tanti colori nell’arcobaleno”.
Gli amici iniziarono ad arrivare e Claudia manovrò il materassino fino a bordo piscina. “Finalmente” le sorrise Lisa. “Ancora una nuova tinta?” le chiese Bianca indicandole i capelli. Claudia annuì, sistemandosi una ciocca dietro l’orecchio: “Ci sono tanti colori nell’arcobaleno”.
FINE
In occasione dell'Esercizio Numero Quattro del Laboratorio Condiviso avevo preparato due racconti, dedicati a due personaggi diversi. Il primo l'avete già letto, prima qui e poi qui. Questo è il secondo.
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