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Durante la festa per la presentazione della nuova 500, Cristina Parodi ha intervistato Piero Chiambretti.
I due hanno parlato, tra l'altro, della nuova immagine di Torino degli ultimi anni, molto più festaiola e meno seriosa ed al riguardo il nostro Piero ha affermato che:
"Torino non è grigia, ma GRIGIO METALIZZATA!"

Come potevo non citarlo?
Per prima ci pensò la Volkswagen che trasformò il mitico Maggiolone nella New Beetle. 
Il paragone non è neanche azzardabile: la New Beetle è una bella macchinetta per "figli di papà", il Maggiolone è la più grande icona automobilistica di tutti i tempi! 

Poi fu la volta della Mini Cooper che da meravigliosa scatoletta velocissima, è stata trasformata in una scatoletta più grande dal motore aggressivo. Il successo di vendite è stato notevole, forse perché più fedele allo stile originale, rispetto all' "esperimento Beetle". 

Adesso è giunto il momento della nostra 500!

Oggi è l'attesissimo giorno del lancio ufficiale della versione moderna della macchina più amata dagli italiani. Ognuno di noi ha un parente più o meno stretto che ne ha posseduta una. 

La 500 è stata la prima macchina su cui, ancora in fasce sono salita! E, badate bene, non era una 500 qualunque , ma la rarissima ed esilarante 500 giardinetta. La "Giardiniera" una versione station wagon dell'originale che, come l'originale, era comunque piccolissima! 

I miei genitori ricordano ancora entusiasti la volta che con la Giardiniera fecero Torino-Liegi andata e ritorno in 6 (4 adulti e due bambine)! Sono sicura che c'è ancora qualche vecchio benzinaio francese che racconta ai suoi nipoti di quando, durante gli anni '70, vide arrivare questa scatoletta bianca, piena di vocianti italiani. E, probabilmente, si ricorda ancora di loro quel poliziotto che li fermò e sorridendo gli chiese "Ma siete proprio sicuri che questa macchina sia omologata per sei?" 

La nuova 500 non potrà mai avere il fascino dell'originale, ma spero comunque che abbia un grande successo. 

A questo punto, attendo trepidante l'unica icona automobilistica, che manca ancora all'appello: la mitica 2 cavalli!



Sono tornati i sassi gettati dal cavalcavia!
O quantomeno gli organi d'informazione hanno ripreso ad occuparsene, un po' perchéci sono stati tre casi in pochi giorni ed un po' perché uno degli sconsiderati lanci ha colpito la macchina e, soprattutto, la moglie di un noto direttore d'orchestra, Bruno Santori.

Io, una persona tranquilla e docile, quando sento queste notizie mi trasformo in un incrocio tra Hulk ed il "giustiziere della notte"!
Mi pare impossibile che al mondo esistano persone così stupide.
Non bastano gli squilibrati?
Quelli che venderebbero la propria madre per denaro?
I pazzi sanguinari?
No...ci vogliono pure i CRETINI!
Coloro la cui stupidità arriva a dei livelli tali, da considerare un passatempo come un altro quello di mettersi a giocare al tiro al bersaglio con la vita degli altri.
A gente così non voglio dare neanche l'attenuante della malattia mentale o del disagio sociale, questi sono solo degli emeriti IDIOTI!
A uno che fa una cosa del genere che si può fare? La stupidità è pericolosa e dovrebbe essere considerata un reato. A prescindere dal fatto che uno faccia danni o meno, un'idiota a cui viene in mente una cosa del genere dovrebbe essere rinchiuso e dimenticato, per proteggere tutti noi dal suo QI pari a quello di una lucertola cotta al sole!
Poco tempo fa mi è arrivata l'ennesima mail, che parlava di bambini malati da aiutare. Sarà che sono abbastanza diffidente per natura, ma questi appelli in rete mi puzzano sempre di fregatura. In particolare, in questo caso, veniva riportata una poesia scritta da una bambina malata di cancro.
Quando leggo queste cose sono sempre al limite tra l'essere completamente senza cuore o essere un'emerita boccalona...nel dubbio non ho inviato l'email a nessuno dei miei amici e proprio ieri ho scoperto che, molto probabilmente, ho fatto bene.
Mi hanno spedito, infatti, il seguente link http://www.attivissimo.net/antibufala/3cent/tre_cent_per_bimba_malata.htm, che indirizza ad un sito specializzato nello smascherare le varie bufale, leggetelo con attenzione: molto illuminante!
"Ora che conosco l'amore, posso accettare che ogni cosa arrivi e vada.
Sono lieve come il vento.
Posso affrontare tutto ciò che mi succede con grande coraggio...
...la vita è giusta in ogni caso.
Il mio cuore è aperto come il cielo."


Tratto dal film "Kamasutra" di Mira Nair.

Una delle decisioni più felici che abbia mai preso fu quella di fare richiesta per l’Erasmus. Sei mesi da passare lontana da casa furono una benedizione. 

Il mio ragazzo mi aveva lasciata, dal giorno alla notte, per telefono, adducendo scuse del tipo: “Non sono sicuro che tu sia la donna della mia vita, stò passando un momento difficile, ho bisogno di tempo per riflettere”. Niente di speciale, milioni di donne si sono sentite apostrofare in questo modo, ma questo è uno dei rari casi in cui la condivisione del dolore non lo rende più lieve. 

Nel breve periodo in cui eravamo stati assieme avevo sviluppato una vera e propria dipendenza da lui. Mi fidavo ciecamente del suo giudizio e soffrivo tremendamente tutte le sue critiche che, tra l’altro, lui non risparmiava mai. Afflitto dalla sindrome del Pigmalione, mi aveva conosciuta, si era innamorato, poi aveva deciso di cambiarmi ed io glielo avevo permesso. Il risultato fu che mi rese insicura e triste. 

Quando mi lasciò il mio sentimento di inadeguatezza raggiunse livelli patologici. Stavo male, come non ero mai stata in vita mia. Ogni notte lo sognavo dichiararmi il suo rinnovato amore, al risveglio, appena la coscienza si ridestava, la delusione si rinnovava ed il cuore riprendeva a dolere. 

Andavo all’università a piedi, 3 km percorsi nello sconforto, arrivavo a lezioni già cominciate, mi accomodavo tra le mie amiche più care, loro mi guardavano, una si faceva coraggio ed azzardava un “Come va?”, io rispondevo con una mesta alzata di spalle, firmavo il foglio delle presenze e me andavo via di nuovo. Lungo la strada del ritorno immaginavo tutti i modi meravigliosi in cui Simone avrebbe potuto tornare da me. 

I miei scenari erano molto “cinematografici”, ma c’era sempre una parte dentro di me consapevole che ciò non sarebbe mai potuto accadere; non solo perché lui non avrebbe mai cambiato idea, ma anche perché io non avrei mai potuto amarlo nuovamente con lo stesso trasporto, la stessa innocenza, la stessa cieca fiducia. Non avrei mai potuto riamare nessuno così. 

Prima o poi capita a tutti, qualcuno ti spezza il cuore, tradisce la tua fiducia e tu capisci che da quel momento non sarai più la stessa persona. Quell’ unico evento ti cambia radicalmente, ti rende più guardingo, forse ti rende semplicemente un adulto. 

Passarono i mesi e una delle mie amiche annunciò di voler provare a fare richiesta per l’Erasmus. La decisione fu immediata, ci avrei provato anch’io, volevo andar via! La scelta della meta fu altrettanto rapida: Germania, la terra di Boris Becker, il mio grande sogno d’amore. Del resto, da ragazzina avevo sempre affermato che, non potendo avere lui, avrei comunque sposato un tedesco. Ormai era giunto il momento di andare a cercare il mio futuro consorte. 

Non dissi niente ai miei genitori: mia madre è sempre stata molto ansiosa e non volevo farla agitare prima del necessario. Tutto sommato le possibilità di essere presa non mi parevano molte. 

Ricevetti la notizia per telefono, un pomeriggio: “Sono uscite le graduatorie, complimenti, vai a Berlino!”

Continua...
"Uno scrittore è un idiota che, non contento di aver annoiato chi ha vissuto con lui, insiste a voler annoiare le generazioni future"
Charles Louis de Montesquieu

Questa frase, ai giorni nostri, può essere mutata in :
"Un blogger è un idiota che, non contento di annoiare quotidianamente amici e parenti, decide di annoiare anche gli sconosciuti"
Jane Cole

Adesso che Boris era tornato sano e salvo a casa, la mia vigilanza sulle due tartarughe si fece molto più stretta.
Yu era ancora troppo piccola per tentare la grande fuga, ma l'imperatore della vaschetta aveva dimostrato di essere perfettamente in grado di farmi fessa!
Per questo motivo, quando le portavo sul balcone a prendere il sole, le andavo periodicamente a controllare. Boris se ne era accorto, ed ogni volta che vedeva spuntare il mio testone riccio, assumeva la sua tipica espressione: "Arieccola!!!...ma non ha niente di meglio da fare? Questa ragazza dovrebbe trovarsi un hobby!"

Ovviamente, il fatto che io fossi diventata più severa non gli impediva di tentare ancora di darsela a gambe, si era semplicemente fatto più furbo.
A vederci dall'esterno sembrava che ci stessimo preparando per uno sketch comico: lui provava ad arrampicarsi, io lo guardavo, lui si blocava in posizione plastica; lui era già con la zampona fuori dalla vaschetta, io lo richiamavo all'ordine, lui fingeva di essere intento a fare acqua gym; lui era già per terra, diretto verso il balcone, io entravo nella stanza, e lui fingeva di essersi perso, guardandomi con due occhioni smarriti....il falsoooooo!!!

Boris contava di battermi per sfinimento. Sapeva che prima o poi mi sarei distratta, avrei ricevuto l'ennesima telefonata zuccherosa del mio fidanzatino, sarei andata a fare shopping con le amiche, qualcosa mi avrebbe tenuta lontana abbastanza a lungo da permettergli di "spiccare il volo" (letteralmente!)

Un pomeriggio l'inevitabile accadde...Boris fuggì nuovamente.
Quando me ne resi conto, richiamai la "task force" della prima volta ed insieme iniziammo a controllare il giardino: cm per cm, filo d'erba per filo d'erba.
Ma il risultato fu nullo, esattamente come per la prima fuga. Forse, oltre a controllare meglio la mia tartaruga, avrei dovuto anche cambiare il mio team di ricerca!
Questa volta non ero particolarmente spaventata, davo per scontato che avremmo ritrovato Boris molto presto, esattamente com'era successo in precedenza.
Ma le mie previsioni, ancora una volta, si rivelarono errate.
Passavano i giorni e della mia ninja turtle non vi era traccia.
Anche Yu appariva un po' preoccupata e, soprattutto, annoiata. Nuotava intorno all'isolotto in senso orario, in senso antiorario, a stile libero, a dorso, rana, delfino...provò anche con il nuoto sincronizzato, ma da sola non era un grande spattacolo!
Io mi rifiutavo categoricamente di prenderle un nuovo amichetto. Boris sarebbe tornato, doveva tornare, ero sicura che, in fondo in fondo, sentisse la mancanza della sua piccola "allieva"(Yu), della sua mammina (Io) e, soprattutto, di cibo abbondante e di qualità, gratis e a tutte le ore.

Le mie certezze andarono via via affievolendosi, mentre diventavano sempre più frequenti i momenti di reale preoccupazione circa la sorte toccata al mio tartarugone preferito. La mia immaginazione ormai andava a briglia sciolta cercando di figurarsi tutti i possibili scenari in cui il fuggitivo poteva trovarsi...

...quando ormai avevo perso ogni speranza, dopo 15 lunghissimi giorni, Boris tornò.
Lo ritrovammo, o meglio, si fece ritrovare a mollo in una pozzanghera in giardino!
Ma dov'era stato tutto questo tempo?
Aveva trascorso due settimane vivendo di espedienti nel cortile del mio palazzo?
Si era messo a capo di una banda di gatti randagi, con i quali scippava vecchiette?
Oppure....

...to be continued

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