Però ho lo streaming.
Ed è per questo motivo che ora vi beccate la cronaca in diretta
ma pubblicata in differita della prima serata sanremese.
Lo faccio per voi. Fornisco un servizio.
Non avete avuto tempo o voglia di piazzarvi quattro ore davanti alla televisione, e oggi siete tagliati fuori da ogni conversazione? Non c'è problema! Leggetevi il post e fate sfacciatamente vostri i commenti di carattere artistico, musicale, estetico e scientifico.
Non solo riuscirete perfettamente a mimetizzarvi tra la fauna postsanremese ma, ve lo assicuro, farete un figurone, per l'originalità dei temi trattati e l'arguto punto di vista esibito.
Siete pronti?
Andiamo!
S'inizia con l'anteprima di Pif e il suo "Sanremo e Sanromolo".
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Io Pif lo amo da sempre. Platonicamente.
E, se fosse possibile, l'amerei anche NON platonicamente.
Mi dicono che, a tal proposito, la Marini abbia dichiarato: "Con Pif farei tutto"
Ecco, cara, vedi di prendere il numeretto. Perché, da donna a donna, io lo so che non stai parlando solo di lavoro. Non fare la furba con me e mettiti in coda!
Comunque, messi da parte i miei pensieri libidinosi, guardando il prefestival, scopro che Sanremo si scrive tutto attaccato e che il nome della città nasce dalla contrazione di San Romolo. Sanremo dovrebbe dunque chiamarsi Sanromolo. Sono confusa, ma non indago oltre, e me ne faccio rapidamente una ragione.
Finita quest'introduzione parte la pubblicità. La prima di una lunga lunghissima serie.
Io, nell'attesa, m'immagino il dietro le quinte: Fazio che suda come un ramarro, la Littizzetto che si finge morta come un furetto impanicato, e la Casta che cerca d'infilarsi una pancera.
Embé? Nella mia testa la modella francese ha anche bisogno di collant contenitivi e una sfoltitina ai baffi. Sarò libera di sognare, o no?
Ma, bando alle ciance, è tempo di eurovisione.
Alle 20:53 si comincia.
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Cominciare, in realtà, è una parola grossa.
C'è subito un problema con il sipario. E' bloccato.
Fazio, dopo un minuto, entra sconsolato dal lato del palco. Wanda Osiris piuttosto si sarebbe suicidata, il presentatore ligure invece finge noncuranza.
E che deve fare, poveretto? Almeno ha il gusto di risparmiarci l'abusato "questo è il bello della diretta!"
Immediatamente, però, parte con un pippone sulla bellezza della nazione e il dovere di preservarla.
Ma che succede? Qualcuno urla.
"C'è gente sull'impalcatura delle luci" mi scrive un amico su facebook. Amico che, d'ora in poi, verrà identificato con il nome
voluto da lui di SuperFigo, metà supereroe e metà grangnocco. Mai scelta fu più azzeccata!
Quelli che protestano sono dei lavoratori del consorzio di bacino di Napoli e Caserta.
Vogliono che Fazio legga la loro lettera.
Sono senza stipendio.
E' un periodo di merda. Niente di nuovo.
In rete a molti sembra una bufala. Una sceneggiata.
Non lo so. Certo che, se così fosse, avrebbero potuta organizzarla meglio.
Ma andiamo avanti.
Il presentatore riporta il discorso sui binari della salvaguardia del paese e della bellezza.
E, a proposito di bellezza, oggi sarebbe stato il compleanno di De André. Per questo motivo parte l'omaggio al cantautore: Ligabue con "Creuza de mä".
Difficile pensare a un interprete meno adatto.
"Sei stato magnifico" gli dice Fazio alla fine. Contento lui. Ma magari, la prossima volta, invece di portarlo a Sanremo lo inviti a casa sua per tali perle.
Ci si riprende dalla mediocrità di questi primi minuti con una pausa pubblicitaria e poi, forse, si comincia sul serio.
Gli inizi sanremesi sono sempre così: infiniti e inutili.
Certe cose non cambiano mai.
Si torna in diretta.
Cacchio! Io sono ancora in cucina a prepararmi un'insalata.
Per fortuna nel frattempo c'è SuperFigo che, tramite chat, m'informa minuto per minuto di cosa sta succedendo sul palco.
Corro al pc a leggere. E' un vero supereroe: vede nel futuro! Ah no, è il mio streaming ad essere in ritardo.
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Entra la Littizzetto. Anche quest'anno ha scritto una lettera a San Remo.
Berlusconi, Renzi, Letta, Napisan e il Papa. Niente di nuovo.
Andiamo avanti, va!
E si parte con le canzoni. Di già? Altri quaranta minuti introduttivi, no? Peccato, non ci sono più gli autori sanremesi di una volta!
Anche quest'anno ogni cantante canterà due pezzi, e il televoto decreterà quale di questi entrerà ufficialmente in gara. Non sentivo il bisogno di questa riproposizione. A me l'idea aveva già fatto abbondantemente schifo l'anno scorso.
La prima a salire sul palco è Arisa con "Lentamente" prima e "Controvento" dopo.
Io, intanto, mangio l'insalata. E Superfigo,
feticista, nota i piedi nudi della cantante.
Stop al televoto.
Noi bocciamo entrambe le canzoni.
Un'altra conferma? Un presentatore diverso per ogni cantante.
Non sentivo il bisogno neanche di questo.
Tito Stagno annuncia il passaggio del turno di Controvento.
Ma questa non è la cosa più interessante. Superfigo è tormentato da un altro problema, anzi due: le tette della Littizzetto.
"Quelle non sono sue!" ripete oltraggiato, quasi fosse vittima di una truffa.
Deve avere avuto qualche brutta esperienza in passato con i push up.
Dopo la pubblicità è il turno di Frankie hi-nrg.
Il mio cocommentatore è di parte. Lo ama.
In effetti piace molto anche a me.
Vabbè Radio Cole è luogo di faziosità, sappiatelo.
Dopo un minuto di ascolto de "Un uomo è vivo" SuperFigo cambia idea: "questa canzone fa schifo!".
Io, con un poco di ritardo (colpa dello streaming), giungo alla stessa conclusione.
Molto meglio il secondo pezzo: "Pedala". La bicicletta come metafora della vita. Un argomento delicato per me. Mi toccherà proprio togliere le rotelle prima o poi.
Il rapper conclude anche la seconda esibizione e, in attesa del risultato, la Littizzetto ringrazia l'orchestra. I musicisti sono sistemati in una scenografia che ricorda un condominio. Avete presente il gioco dei nove di Vianello? Ecco, una cosa così. Una schifezza!
Ad annunciare la canzone che passa il turno arrivano le tuffatrici Cagnotto e Dallapè. Entrambe in gran tiro.
Il mio collaboratore, che è uomo sensibile, sbava.
"Pedala" entra in gara.
La Cagnotto, credendo di avere il microfono spento, alla fine di tutto l'ambaradan si chiede "dove cazzo andiamo?"
E anche quest'anno per le tradizionali parolacce fuori onda abbiamo dato.
Mi accorgo che Fazio è vestito come un pirla.
"Da mimo" mi spiega SuperFigo.
Dichiaro ufficialmente la mia inadeguatezza. La prossima volta vi lascio direttamente nelle mani del mio cocommentatore, che mi sembra più portato e pronto per queste cronache.
Intanto, mentre io mi cruccio, arriva la Casta.
Sono passati tanti anni dalla sua ultima volta all'Ariston, ma lei è sempre gnocca.
Pure la francese appare colpita dal décolleté della Littizzetto.
Anche lei nasconde traumi passati con push up ingannevoli?
La trama s'infittisce.
SuperFigo definisce la Casta "inquartata di brutto". Secondo me è solo colpa del vestito che, per la cronaca, fa schifo a tutta la mia bacheca di facebook.
Siparietto "comico" Fazio-Casta.
Tanta noia.
Quando finisce?
Ma questi ospiti stranieri inutili? Perché?
Aridatece i Duran Duran, i Take that, Madonna!
La modella canta. Male.
Cara Letizia, sei tanta e sei gnocca. Sfili. Reciti. Non puoi essere brava in ogni cosa. Non devi per forza cimentarti in tutto. Fattene una ragione. Per te e per noi.
Certe consapevolezze bisogna farle proprie il prima possibile. Io, per esempio, lo imparai alle medie. Quando una mia compagna mi disse: "Pancrazia sei brava a scuola e pure simpatica. Ma a pallavolo, diciamolo, sei una pippa!"
E che le dovevo dire? Aveva ragione da vendere!
Comunque la Casta se ne va. Torna la Littizzetto. Fazio canta.
Tutto evitabile.
Andiamo avanti, o no?
No.
Ritorna la Casta.
E se ne va la Littizzetto.
Sembra il gioco delle tre carte.
La modella canta "Ma 'ndo vai se la banana non ce l'hai"
"Aridatece la Vitti!" mi ribello.
SuperFigo non mi dà retta, ipnotizzato com'è dalle cosce della francese.
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Dopo tutto questo avanspettacolo di periferia, ha luogo l'unico momento davvero carino.
Presentatore e modella, accompagnati al pianoforte dal figlio Paolo, ricordano Jannacci con il pezzo "Silvano".
Scanzonati, divertiti e divertenti. Il solo modo degno per omaggiare il compianto cantautore milanese.
E' ancora la volta della pubblicità.
Io lavo i piatti.
E, nel frattempo, SuperFigo pensa ai piedi di Arisa, le tette della Littizzetto, o le cosce della Casta? Niente di tutto ciò. In realtà si sta chiedendo: "stasera vedrò anche un bel culo?"
E' amico mio e mi rende tanto orgogliosa.
Arriva Antonella Ruggiero.
Mi perdo il titolo del primo brano. Fosse una cronaca seria cercherei di recuperarlo, ma l'obiettivo era proprio un post pressappochista, e quindi scelgo di rimanere nell'ignoranza.
La canzone è sofisticata e lontanissima dallo stile sanremese.
Più facile e orecchiabile la seconda: "Da lontano".
Per decretare il pezzo promosso entra uno che non so chi sia.
Un pallanuotista cubano. Gli si muovono i pettorali sotto lo smoking. Tanta roba.
La Littizzetto gli fa una serie di domande spiritose che non necessitano risposta. Lui ride. Non deve fare altro. La versione sanremese delle pari opportunità è questa: far passare tutti i belli, uomini o donne, per dei cretini.
Missione compiuta!
Tocca a Gualazzi con The
Bloody Beetroots, un famoso deejay. Io, ovviamente, non l'ho mai sentito nominare perché sono una disadattata. SuperFigo invece lo conosce, perché è tamarro nell'animo, anche se ormai ha una certa.
La prima canzone mi piace.
La seconda, "Liberi o no", non mi convince al 100%. Mi sembra troppo facile all'ascolto. Furba.
Il mio collaboratore questa volta non mi è d'aiuto: "Non lo so, non l'ho sentita, stavo riascoltando i pezzi di The Bloody Beetroots"
Secondo me era semplicemente al bagno, ma preferisce darsi un tono.
Ad annunciare il pezzo promosso arriva un ricercatore: Luigi Naldini. E, mentre si proclama il passaggio di "Liberi o no", si parla anche di ricerca e della sua importanza. Male non fa.
Ma fermi tutti: è giunto l'apice della serata.
Arriva la Carrà!
Balla e canta "I wanna party tonight" e "Ciaciaciao muchacho ciao"
Io al confronto sembro sua nonna. La amo.
Pubblicità. Asciugo i piatti.
Ebbene sì, avete ormai capito il mio vero dramma. Non la mancanza della tv ma della lavastoviglie!
Finisce la pubblicità e mi si blocca lo streaming.
Colpo di scena: la mancanza di una televisione riprende il primo posto nella classifica delle tragedie che affliggono la mia esistenza.
Io la prendo con aplomb sabaudo e, mentre sono già con una gamba oltre la ringhiera del balcone, sento dal pc la Littizzetto che canta "Rumore rumore"
E' ripartito lo streaming! Gioia! Per questa volta non mi butto.
Continua la festa:
"Fatalità
Portafortuna
Fatalità
Chiaro di luna
Fatalità
Senza parlare
Ti amo, ti amo
Ti amo, ti amo
Risponderò
Al primo squillo
Ti porterò
Un ritornello
Ti ascolterò
Senza parlare
Ti amo, ti amo
Ti amo, ti amo"
Ormai sono scatenata ma, proprio un secondo prima di svitarmi la gamba di legno e farla roteare sulla testa, Raffaella saluta tutti e se ne va.
No, non lasciarci soli!
Noooooo!!!
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Mentre piango l'uscita di scena della Regina, la Rai piazza l'ennesimo stacco pubblicitario.
Ho perso il conto. Sarà il trentesimo.
Quinto cantante in gara: Cristiano De Andrè.
Quinto?
Sono le 23:28. Inizio a vacillare.
De Andrè canta prima "Gli invisibili" e poi "Il cielo è vuoto". Farei passare la seconda.
La Capotondi porta il verdetto. Il voto concorda con me. Faccio parte della maggioranza. Non ci sono abituata. Mi gira la testa.
Fermi tutti: ora tocca ai Perturbazione di Torino!
Primo brano "L'unica"
Il testo parla di tante donne e tante storie diverse. Ma riconoscerei quelle situazioni tra mille.
Quella che viene raccontata, in realtà, è buona parte della mia vita.
Sono sconvolta: ho un passato
presente e futuro sentimentale sanremese. Non credo sia una cosa buona.
Comunque la canzone mi piace, e non mi curo troppo di ascoltare la seconda: "L'Italia vista dal bar"
Mi salta ancora lo streaming. Vado a stendere il bucato.
Riparte lo streaming. C'è la pubblicità. Finisco di stendere il bucato.
Massimo Gramellini annuncia il passaggio de "L'unica". Lo sapevo.
La migliore ascoltata finora.
Vincerà.
Vincerò.
Vinceremo tutti.
I miei ex, il gatto ed io.
Quale gatto?
Quello a 0:48
E' il momento dell'ospite internazionale con i controca##i: Cat Stevens.
E che gli vuoi dire? Talento. Carisma. Tutto. C'è tutto.
C'è pure "Father & Son". Un capolavoro.
Ancora pubblicità.
E dopo sale sul palco la Littizzetto sulle note di "Mi piaccion le sbarbine" degli Skiantos.
Con qualche parola ricorda Freak Antoni, da poco scomparso.
Io lo vidi due anni fa al DoraTo, festival di microeditoria e musica indipendente torinese.
Sarei rimasta ad ascoltarlo per ore. Intelligente. Ironico. Umile. Ad avercene!
E' finalmente giunta l'ora dell'ultima cantante: Giusy "she'sback" Ferreri.
SuperFigo ed io, ancora mentalmente sintonizzati su Cat Stevens, parliamo di zone del cervello maggiormente stimolate da determinati accordi. Canzoni
stracciamilanima costruite ad arte, tra uno studio di registrazione e una risonanza magnetica.
Ma adesso fanno davvero di queste cose?
La mia parte scientifica ne è ammirata. Quella creativa molto meno.
Ovviamente il titolo della prima canzone mi sfugge ma, comunque, il pezzo non mi piace.
Mi concentro sul secondo: "Ti porto a cena con me". La mia concentrazione dura poco. Non mi piace neanche questo che, però, passa ed entra ufficialmente in gara.
Non ci posso credere: finalmente è finita!
Non credevo ce l'avrei fatta.
E' stata una serata interminabile.
La prossima volta che mi viene in mente di fare una cronaca così, fatemi un favore: sparatemi!