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"Harry Potter and the Deathly Hallows".

607 pagine in due giorni.
Sono arrivata a leggere l’ultima parola, dell’ultima riga, dell’ultima pagina, dell’ultimo capitolo, dell’ultimo libro della saga di Harry Potter alle 4:40 di mattina.
Sono completamente pazza? Può darsi.
Ma girando per i vari forum dedicati al maghetto, mi sono consolata sapendo di non essere certamente l’unica matta e neanche la più vecchia. Anzi ho notato che più il potteriano è stagionato più è fanatico!

Non voglio dare nessuno spoiler, ma mi limiterò a dire che il libro mi è piaciuto molto, anzi moltissimo.
Sicuramente ha qualche difetto: un po’ lento l’inizio, fin troppo pregna di avvenimenti la terza parte e un po’ debole e fuori del contesto l’epilogo.
Ma questa lettura mi ha comunque appassionata, divertita e commossa.
Ho pianto come un vitello in più di un’occasione. Ho adorato tutti i personaggi, sia positivi sia negativi.
Ron, Neville e Luna hanno avuto finalmente lo spazio che meritavano.
I buoni sono rimasti buoni, ma hanno dimostrato un lato più umano, ricco d’imperfezioni, più vicino alla realtà e meno alla divisione netta tra bene e male che appartiene all’infanzia.
I cattivi sono rimasti delle carogne, ma in alcuni casi hanno dimostrato di avere un cuore, una debolezza, di poter esprimere affetto anche se solo nei confronti di un' unica persona o della propria famiglia.
Voldemort no! Lui è il male assoluto, senza sfumature.

Consiglio di non leggere il libro in pubblico. In questo modo eviterete lo spettacolo imbarazzante, per voi e per chi vi sta a guardare, di adulti che singhiozzano come bimbi per le vicende di Harry e compagnia.

Di frasi stupende nel sesto volume ne ho lette tante e sicuramente in futuro ne citerò a bizzeffe nel blog, per ora vi lascio con:

“He must’ve known I’d run out on you”
“No. He must’ve known you’d always want to come back”
Iniziai a mettere in pratica il mio piano di fuga fin dai primi giorni di vita nella nuova casa.
Ben presto, grazie alle mie innate doti atletiche e ad Alice, che usavo come scaletta, fui in grado di uscire dalla vasca, ma le cose si rivelarono più difficili del previsto.
Quell' appartamento era immenso, ogni volta che pensavo di aver trovato una via di uscita, finivo solo in una nuova stanza.

Stavo cominciando a perdere le speranze, quando improvvisamente si materializzò una nuova opportunità. La Riccia che si occupava di noi prese l’abitudine di portare la vaschetta all’esterno per farci godere un po’ di sole.
La cosa era estremamente piacevole: mi mettevo ad X a prendere la tintarella, bevevo una pinacolada e leggevo una di quelle fantastiche riviste di gossip. Briatore divenne il mio eroe!
Ma la cosa più positiva era che venivamo lasciati da soli per ore.
Era il momento di tentare la grande fuga!
Zompai fuori dalla vaschetta più leggiadro di Nurayev e mi preparai ad affrontare il mio guardiano. Una specie di gatto dal pelo stopposo, lo sguardo vitreo e poco amore per il movimento.
Eravamo entrambi nella stessa posizione: prigionieri e in balia di questi bipedi insignificanti. Volevo provare a fargli capire che avremmo dovuto allearci e spalleggiarci contro il nemico.
E nel caso non avesse ceduto, ero pronto a prenderlo a testate: con la dolcezza si ottiene tutto!
Di fronte al felino mi trovai un po’ in difficoltà; sembrava insensibile ad ogni mia supplica, impassibile di fronte a tutte le mie chiacchiere, decisamente…statico.
Mi venne il dubbio che fosse passato a miglior vita, mummificato sotto il sole, ma improvvisamente capì: il micio era finto quanto la palma della vaschetta! Un astuto congegno di sicurezza.
Passai direttamente al piano B: lo presi a testate in modo da toglierlo di mezzo e di fronte a me si spalancò il meraviglioso mondo delle tartarughe libere.
Mi restava da superare solo un piccolissimo problema: un volo a caduta libera di un piano. Dopo tutto questo tempo, tutti i gamberetti insipidi che avevo dovuto ingurgitare, le due compagne di acquario che avevo dovuto sopportare, la vocetta stridula della Riccia che avevo dovuto ascoltare, non potevo permettere che qualche metro di vuoto potesse fermarmi.
Mi feci coraggio, chiusi gli occhi e mi gettai…


Cadendo avevo perso i sensi, non mi ero sfracellato, ma era già buio quando rinvenni e dalle urla che sentivo attorno a me, capì che i bipedi si stavano dando da fare per cercarmi. Decisi di starmene buonino al mio posto, senza muovermi, aspettando il sole per intraprendere il mio viaggio.

Cercate di capirmi: la notte era lunga, io ero molto stressato e stanco. Mi addormentai come un sasso e la mattina dopo, prima ancora che potessi muovermi, i mammiferi mi ritrovarono! In quel momento più che l'erede verde di Chuck Norris mi sentì come il figlio scemo di Willy il Coyote!

Dovevo ricominciare tutto da capo, il mio immenso ego ne risentì parecchio, la mia autostima perse molti punti. Decisi, comunque, di non mollare e quando mi si presentò una nuova occasione, la colsi al volo.

(Questo racconto è dedicato alla mia amica Betty, che in questi giorni ha bisogno di sorridere un po').


Continua...

Io e Boris(quinta parte)
Che periodaccio!
Non solo si è conclusa la saga di Harry Potter, ho finito il libro da due giorni e sono già in crisi di astinenza, ma stasera hanno anche trasmesso l’ultima puntata di "Will and Grace".

Ma allora me lo fate apposta?
Vi divertite a privarmi di tutto ciò che mi piace?

Dopo 8 gloriose stagioni, una delle sitcom più esilaranti degli ultimi anni chiude i battenti.
Niente più Will, niente più Grace e ciò che è più grave: niente più Jake e Karen. Lui così meravigliosamente frivolo e vanesio, lei ninfomane e mentalmente disturbata!...adorabili!

Mi farò forza, cercherò di andare avanti lo stesso.
Intanto potrei rileggermi tutti gli Harry Potter…buona idea!


Ps: Esisterà una clinica per disintossicarsi dal maghetto britannico?


Rettifica: Italia1 e i suoi "maghi" della programmazione, da oggi (27/7) hanno ripreso la messa in onda di tutti gli episodi di "Will and Grace" a partire dal primo...meglio che niente!


And sometimes there has been two of us

And sometimes there has been one

And sometimes you’ve been with me

And sometimes you’ve been gone

And sometimes you’ve been a bolted door

And sometimes you’ve been a key

And sometimes you’ve been a stranger

And sometimes you’ve been me.



Qualche volta noi siamo stati due
Qualche volta siamo stati uno
Qualche volta tu eri con me
Qualche volta eri lontano
Qualche volta sei stato una porta chiusa
Qualche volta ne sei stato la chiave
Qualche volta sei stato un estraneo
Qualche volta sei stato me.

Poesia tratta dal film “Cheeky” (2003). Scritto, diretto e interpretato da David Thewlis.

Considerando che Thewlis scrive poesie e che ha scritto la sceneggiatura del film è altamente probabile che sia stato lui stesso a comporre questi versi, ma ammetto di non averne la certezza...se pensate di averlo già visto, ma non vi ricordate dove, vi risparmio la fatica di cercarlo su Google: è l'attore che interpreta il professor Lupin nei film di Harry Potter (in questo periodo sono monotematica, abbiate pazienza!)
...sono una cretina!

Lo so che molti di voi già lo sospettavano.

Mi ero autoconvinta che Harry Potter in Italia sarebbe giunto in ritardo rispetto ai paesi di lingua inglese. Non so da cosa nascesse questa mia idea, probabilmente proprio dal fatto che sono una cretina!

Qualche giorno fa mi sono affaccendata per prenotare il libro su internet ed oggi facevo i conti di quanti giorni ci sarebbero voluti perché mi arrivasse a casa.

Stasera sono andata da Blockbuster, sotto casa mia, ed indovinate cosa faceva bella mostra di sé sugli scaffali dei libri? Harry Potter and the Deathly Hallows.
Senza pensarci due volte l'ho abbrancato e mi sono precipitata a casa a cancellare l'ordine che avevo fatto in IBS (Internet Book Shop).

E' vero sono una cretina, ma ora sono una cretina felice, HP (il libro) è qua, accanto a me...

ed io mi ci tuffo...

quando riemergo dalla prima immersione, vi dico com'è andata!
Non ho mai avuto una grande passione per la musica di Irene Grandi, ma devo dire che il suo ultimo singolo mi piace proprio.
Non per la melodia orecchiabile, ma soprattutto per il testo, opera di Francesco Biancone dei Baustelle...gruppo che fino a 5 minuti fa mi era assolutamente ignoto (www.baustelle.it).


Bruci la città
e crolli il grattacielo
rimani tu da solo
nudo sul mio letto.

Bruci la città
o viva nel terrore
nel giro di due ore
svanisca tutto quanto
svanica tutto il resto.

E tutti quei ragazzi come te
non hanno niente come te
io non posso che ammirare
non posso non gridare

che ti stringo sul mio cuore
per protegerti dal male
che vorrei poter cullare
il tuo dolore il tuo dolore.

Muoia sotto un tram
più o meno tutto il mondo
esplodano le stelle
esploda tutto questo.

Muoia quello che è altro
da noi due almeno per un poco
almeno per errore.

E tutti quei ragazzi come te
non hanno niente come te
io vorrei darmi da fare
forse essere migliore

farti scudo col mio cuore
da catastrofi e paure
io non ho niente da fare
questo e quello che so fare

Io non posso che adorare
non posso che leccare
questo tuo profondo amore
questo tuo profondo
non posso che adorare
questo tuo profondo



Tanto è bello il testo quanto è inguardabile il video! Un'orrido omaggio a quella malsana invenzione che è "Second life". Luogo che non ho mai frequentato e che, dopo averne vista l'orribile grafica, sicuramente non frequenterò mai!

Di solito quando propongo un brano che mi piace utilizzo un link a youtube, ma dato che volevo assolutamente evitare che nel mio Blog apparisse il video, mi sono messa alla ricerca di una versione solo audio e sono finita in questo fantastico sito: songscodes. Qui potrete trovare tantissimi codici per inserire canzoni su i vostri blog e potrete anche richiederne altri! Giuro che non mi hanno pagata per fargli la pubblicità, ma è così bello trovare ciò che cercavi senza alcuna fatica!


Irene Grandi – Bruci La Città



La pena di morte delle cinque infermiere bulgare e del medico palestinese è stata ufficialmente commutata in ergastolo.

Ci vorranno altri magheggi simil diplomatici perchè questi cinque capri espiatori possano finalmente lasciare la Libia e tornare nei propri paesi a scontare la pena :PER UN CRIMINE CHE NON HANNO COMMESSO!

...non riesco neanche ad immaginare come possa sentirsi qualcuno che viene accusato di un crimine orribile e che è costretto a subire una condanna anche se tutti, compresi i suoi accusatori, sanno perfettamente che è innocente.

Non ho più parole per esprimere quanto schifo mi faccia tutta questa faccenda!

Il mio tennista italiano preferito degli anni ’90 fu Cristiano Caratti. Croce e delizia, speranza e cocente delusione del nostro tennis.
Il più talentuoso di tutti gli azzurri di quel periodo, con un gioco agile e aggressivo, dotato di un potente rovescio che gli valse il soprannome (orribile) di “Caratti Kid”.

Piemontese, nato ad Acqui Terme il 24 maggio del 1970, entrò a far parte del circuito professionista nel 1989.
Solo due anni dopo, nel 1991, sembrò giunto il grande momento per lui , l’inizio di una favolosa scalata. Raggiunse i quarti di finale all'Australian Open, il primo italiano dopo 30 anni ad ottenere un risultato simile in uno Slam. Si qualificò per la finale del torneo di Milano, dopo una memorabile vittoria su Ivan Lendl in semifinale.
Grazie a questi ottimi risultati diventò numero 26 della classifica ATP.

Ma quell’anno non rappresentò l’inizio dell’ascesa per Caratti, all’opposto fu l’unico anno positivo seguito da un’inesorabile discesa verso il dimenticatoio!
Partecipò alle olimpiadi di Barcellona, venendo eliminato al primo turno.
Vinse sette challenger (tornei minori), ma solo raramente riuscì ad imporsi in qualche partita nel circuito maggiore.
Gli sponsor che non l'avevo mai particolarmente apprezzato , forse perché non abbastanza "personaggio", lo abbandonarono e Caratti fu costretto ad autofinanziarsi per molti anni.

Da cosa dipese una tale inversione di tendenza nella sua carriera è impossibile da comprendere: forse una perdita di fiducia nei propri mezzi, che lo rese irrimediabilmente debole mentalmente. Il classico tennista che ha paura di vincere.

Attualmente vive e lavora presso il Lakecliff in Texas.
Per ulteriori informazioni e per mettervi in contatto con lui : www.cristianocaratti.com
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