Il mio tennista italiano preferito degli anni ’90 fu Cristiano Caratti. Croce e delizia, speranza e cocente delusione del nostro tennis.
Il più talentuoso di tutti gli azzurri di quel periodo, con un gioco agile e aggressivo, dotato di un potente rovescio che gli valse il soprannome (orribile) di “Caratti Kid”.
Piemontese, nato ad Acqui Terme il 24 maggio del 1970, entrò a far parte del circuito professionista nel 1989.
Solo due anni dopo, nel 1991, sembrò giunto il grande momento per lui , l’inizio di una favolosa scalata. Raggiunse i quarti di finale all'Australian Open, il primo italiano dopo 30 anni ad ottenere un risultato simile in uno Slam. Si qualificò per la finale del torneo di Milano, dopo una memorabile vittoria su Ivan Lendl in semifinale.
Grazie a questi ottimi risultati diventò numero 26 della classifica ATP.
Ma quell’anno non rappresentò l’inizio dell’ascesa per Caratti, all’opposto fu l’unico anno positivo seguito da un’inesorabile discesa verso il dimenticatoio!
Partecipò alle olimpiadi di Barcellona, venendo eliminato al primo turno.
Vinse sette challenger (tornei minori), ma solo raramente riuscì ad imporsi in qualche partita nel circuito maggiore.
Gli sponsor che non l'avevo mai particolarmente apprezzato , forse perché non abbastanza "personaggio", lo abbandonarono e Caratti fu costretto ad autofinanziarsi per molti anni.
Da cosa dipese una tale inversione di tendenza nella sua carriera è impossibile da comprendere: forse una perdita di fiducia nei propri mezzi, che lo rese irrimediabilmente debole mentalmente. Il classico tennista che ha paura di vincere.
Attualmente vive e lavora presso il Lakecliff in Texas.
Per ulteriori informazioni e per mettervi in contatto con lui : www.cristianocaratti.com
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