Erasmus (15. Casa dolce casa)

"Sarai l'ultima tra di noi a trovare casa, ma vedrai che sarai quella a trovare il posto migliore"
Con queste profetiche parole Eli si congedò.

Io rimasi da sola a leggere l'annuncio. Rispondeva ad ogni mio desiderio: giusto il quartiere, perfetto il periodo, onesto l'affitto.
Questa era la mia ultima occasione.
Da un lato avevo la nanetta odiosa; dall'altro il gattaro-serial killer; di fronte, splendente, una perfetta via d'uscita.

Il giorno dopo mi recai all'appuntamento.
Il palazzo era il classico vecchio edificio della Berlino est: scrostato e trascurato, ma deliziosamente bohemienne.
Venni accolta da Anja, la proprietaria tedesca e Marije, la coinquilina olandese.
La prima a gennaio sarebbe partita per trascorrere qualche mese in un'università brasiliana e voleva affittare la sua stanza dal primo di gennaio al 15 aprile. Mentre parlava del Sud America nei suoi occhi non si leggeva tanto l'entusiasmo accademico, quanto quello per le lunghe spiagge bianche e soprattutto per gli scultorei ragazzi carioca strizzati in micro costumini.
La seconda era una studentessa erasmus, olandese di nascita, svizzera d'adozione ed australiana da parte paterna. Carina e simpatica, per mettermi a mio agio dichiarò di saper parlare un po' d'italiano. In realtà risultò subito chiaro che sapesse dire solo quattro parole in croce, ma io apprezzai comunque l'impegno.

L'appartamento era fantastico, la camera meravigliosa, Anja gentile, Marije uno zuccherino.
Era decisamente tutto troppo bello per essere vero.
Le probabilità che una tale fortuna potesse capitare a me erano scarsissime.
"In quanti hanno già visto l'appartamento?", leggasi "Che posto occupo in graduatoria? Sono almeno nella top 100?"
"Nessuno, sei la prima. Abbiamo appena messo l'annuncio."
"Io avrei un po' di fretta. Quanto ci vorrà per sapere qualcosa?", leggasi "Ditemi subito che preferireste essere morse da un coguaro piuttosto che affittare la stanza a me e togliamoci il pensiero!"
"Se vuoi te lo diciamo subito: per noi vai bene tu."
"Danke", leggasi "Alleluia, Alleluia, Alleeee-luia"

Marije ed io avremmo diviso per tre mesi e mezzo un appartamento da sogno in Marienburgerstrasse a Prenzlauerberg.

Eli, la profetessa romana, aveva avuto ragione.

Continua...

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