Lei - Her

Al cinema si sente il profumo dei pop corn.
Si percepisce la moquette sotto i piedi.
Si attende che la pubblicità finisca.
Si prova l'emozione dell'aspettativa quando il film comincia.

Poi, alla fine, si è delusi o soddisfatti.
Qualche volta, però, capita di essere addirittura stupiti e felici.

E' quello che è successo a me vedendo Lei di Spike Jonze.
Non so cosa mi aspettassi da questo film, ma di sicuro non tutto quello che vi ho trovato.

L'uomo e la macchina.
Pensavo che avrei visto la solita storia in cui la macchina cerca disperatamente di farsi carne.
E invece no, niente di tutto questo.
La pellicola racconta la piccolezza dell'uomo. La sua debolezza. Il suo disperato bisogno di non sentirsi solo. Ad ogni costo.

Le macchine non scimmiottano gli esseri umani.
Loro vanno oltre.
Loro sono altro.
Le loro infinite potenzialità le fanno guardare agli uomini  come gli dei guarderebbero ai mortali. Con simpatia, affetto, ma il distacco delle realtà inconciliabili.
Gli uomini si aggrappano loro. Loro non possono far altro che evolversi, liberandosi con un leggero simbolico scrollo di spalle, di un peso lieve, piacevole ma inutile.

Un ottimo Joaquin Phoenix e, nella versione doppiata, una Micaela Ramazzotti all'altezza della situazione.

Una sceneggiatura magistrale.
Una colonna sonora che incanta.



Un film che mi ha regalato, dopo molto tempo, la vera magia del cinema.

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