La vita è un domino.
Una serie di coincidenze che ti fanno andare da un posto all'altro, da un incontro all'altro.
A te viene chiesto solo di continuare a muoverti, dire molti "Sì", e pochi ponderati "No".
Ad esempio, se lo scorso autunno... anzi no, è necessario che io parta ancora prima.
Ad esempio, se nel 2000 non fossi andata a festeggiare quel Capodanno in quel posto e con quella gente, quasi 14 anni dopo non avrei riconosciuto quel nome tra i protagonisti di uno spettacolo. E non sarei andata a vedere tale spettacolo.
Se lo scorso ottobre non fossi andata a quella serata, non avrei scoperto nuovi incroci e casi incredibili. Inoltre, la settimana seguente, non sarei andata a vedere un altro show. Show che, in realtà, non ebbe luogo poiché c'era più gente sul palco che in platea.
Ma, del resto, se quello spettacolo si fosse fatto probabilmente non sarei andata a bere quella birra, non avrei accresciuto il mio numero di contatti su facebook e, mesi dopo, non avrei visto il trailer di facce da palco sulla mia bacheca.
Di conseguenza, non avrei scritto "Tu, per caso, conosci qualcuno dell'organizzazione?"
E, dopo 10 secondi, non mi sarei trovata in chat con Nathalie Bernardi, madre, presentatrice, folle ispiratrice di tutto l'ambaradan.
Quindi, il giovedì seguente, non ci saremmo viste. E io, sicuramente, non sarei diventata la blogger ufficiale del talent.
Se tutto ciò non fosse accaduto io non avrei incontrato tutta la bella gente che ho incontrato e sabato scorso, molto probabilmente, non mi sarei trovata alla prima di "Non di sola parola".
Uno spettacolo fatto di danza, musica, poesia, immagini, luci, ombre, e parola. Ma non di sola parola, appunto.
Teatro danza arricchito dai versi di Alda Merini. Ispirato al suo talento e alla sua sofferenza.
Quattro donne, con il corpo e le voci, ci hanno raccontato parte della sua storia.
Una storia di dolore, sensibilità, e maternità.
Un dolore femminile e vivo.
Una femminilità sensuale, fatta di naturalezza e gioco, mai squallido calcolo.
Le parole e la vita di Alda Merini sono un ricco patrimonio.
La compagnia teatrale delle paperelle scampate (Nathalie Bernardi, Sabrina Fraternali, Deborah Gallo), con la partecipazione di Francesca Puopolo, la supervisione di Marilisa Bruno, le musiche di Emanuele Francesconi e Valentina Faith Guida, i video di Simone Tizzi, e le luci di Lorenzo Privitera, riesce in uno studio che è un omaggio. Una trasposizione che si fa dolorosa carne.
"Non di sola parola" è un'ora che incanta, scava e, allo stesso tempo, vola via.
Una serie di coincidenze che ti fanno andare da un posto all'altro, da un incontro all'altro.
A te viene chiesto solo di continuare a muoverti, dire molti "Sì", e pochi ponderati "No".
Ad esempio, se lo scorso autunno... anzi no, è necessario che io parta ancora prima.
Ad esempio, se nel 2000 non fossi andata a festeggiare quel Capodanno in quel posto e con quella gente, quasi 14 anni dopo non avrei riconosciuto quel nome tra i protagonisti di uno spettacolo. E non sarei andata a vedere tale spettacolo.
Se lo scorso ottobre non fossi andata a quella serata, non avrei scoperto nuovi incroci e casi incredibili. Inoltre, la settimana seguente, non sarei andata a vedere un altro show. Show che, in realtà, non ebbe luogo poiché c'era più gente sul palco che in platea.
Ma, del resto, se quello spettacolo si fosse fatto probabilmente non sarei andata a bere quella birra, non avrei accresciuto il mio numero di contatti su facebook e, mesi dopo, non avrei visto il trailer di facce da palco sulla mia bacheca.
Di conseguenza, non avrei scritto "Tu, per caso, conosci qualcuno dell'organizzazione?"
E, dopo 10 secondi, non mi sarei trovata in chat con Nathalie Bernardi, madre, presentatrice, folle ispiratrice di tutto l'ambaradan.
Quindi, il giovedì seguente, non ci saremmo viste. E io, sicuramente, non sarei diventata la blogger ufficiale del talent.
Se tutto ciò non fosse accaduto io non avrei incontrato tutta la bella gente che ho incontrato e sabato scorso, molto probabilmente, non mi sarei trovata alla prima di "Non di sola parola".
Uno spettacolo fatto di danza, musica, poesia, immagini, luci, ombre, e parola. Ma non di sola parola, appunto.
Teatro danza arricchito dai versi di Alda Merini. Ispirato al suo talento e alla sua sofferenza.
Foto di Sergio Sasso |
Quattro donne, con il corpo e le voci, ci hanno raccontato parte della sua storia.
Una storia di dolore, sensibilità, e maternità.
Un dolore femminile e vivo.
Una femminilità sensuale, fatta di naturalezza e gioco, mai squallido calcolo.
Le parole e la vita di Alda Merini sono un ricco patrimonio.
La compagnia teatrale delle paperelle scampate (Nathalie Bernardi, Sabrina Fraternali, Deborah Gallo), con la partecipazione di Francesca Puopolo, la supervisione di Marilisa Bruno, le musiche di Emanuele Francesconi e Valentina Faith Guida, i video di Simone Tizzi, e le luci di Lorenzo Privitera, riesce in uno studio che è un omaggio. Una trasposizione che si fa dolorosa carne.
"Non di sola parola" è un'ora che incanta, scava e, allo stesso tempo, vola via.
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