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Come gli ex insistenti che periodicamente si rifanno vivi.
Come Iva Zanicchi nuovamente seduta al Parlamento Europeo.
Come i peperoni qualche ora dopo averli mangiati.
Abbassi un attimo la guardia e loro ti si ripropongono.

La si credeva relegata alle foto in bianco e nero delle mamme, ai film della Loren o alle cantanti britanniche tanto talentuose quanto svalvolate.
E invece no: lei era in attesa, pronta a rinascere dalle proprie ceneri.

La Cofana è tornata!

Non so se andremo davvero in giro tutte conciate come delle novelle Moira Orfei, ma evidentemente le ditte produttrici di lacca ci contano. Altrimenti non si spiegherebbe la necessità di mortificare due bellezze come quelle di Bar Rafaeli e Penelope Cruz con queste terribili impalcature.



Per delle acconciature così ci sarà bisogno di un condono?
Da quasi dieci mesi conduco una vita dissociata: metà del mio tempo lo trascorro in Trentino, l'altra metà in Piemonte.
Se all'inizio soffrivo un po' l'isolamento montano e la mancanza di stimoli socioculturali, ora patisco maggiormente la routine torinese.

Ormai sono affetta da un grave sdoppiamento della personalità.

Sulle dolomiti sono carica di energia: mi divido tra l'ambulatorio, lo studio e la casa con l'efficienza e l'operosità di una formichina.
Nei pochi attimi liberi mi reinvento cameriera e arredatrice con sorprendenti risultati.
Nonostante la stanchezza, ho un sorriso radioso, la pelle morbida ed i capelli lucenti e setosi.

In terra sabauda perdo il buonumore e la voglia di fare.
La mia pelle invecchia di dieci anni in mezza giornata, i capelli prendono la consistenza della lana infeltrita ed il sorriso si trasforma in un ringhio sinistro.

Da cosa potrà dipendere questa curiosa patologia che mi ha colpita?

a)L'altitudine.
Forse discendo da una famiglia di sherpa ed il mio organismo rende meglio ad alta quota.

b)L'amore.
La vicinanza di Ciccio mi alleggerisce ogni fatica.

c)Mamma e Papà Cole.
Superati i trent'anni la convivenza, anche se part time, con i propri genitori è contro natura e psicologicamente deleteria.

Voi che dite?
C'è chi ha la suocera presente, ossessiva e soffocante.
E si lamenta.

C'è chi ha la suocera perennemente assente.
E si lamenta.

C'è chi ha la suocera che adora e vizia i nipotini.
E si lamenta.

C'è chi ha la suocera che ignora i nipotini.
E si lamenta.

C'è chi ha la suocera indipendente, competitiva ed ipercritica.
E si lamenta.

C'è chi ha la suocera imbranata.
E si lamenta.

Io ho la suocera che ama Berlusconi.
Che dovrei dire, eh?
Maestra E. sognava di trascorrere la propria vecchiaia leggendo i tuoi libri. Te lo ricordi, Jane?

Assolutamente no.
Ma non potrò mai dimenticare quando il mio professore di italiano mi raggelò con un: "Lei non sa proprio scrivere signorina Cole."

Una brillante carriera da romanziera è stata stroncata da una crudele memoria selettiva.
Una serie di meravigliosi best seller non vedranno mai la luce a causa di un professore un poco stronzo.
La facciona di Moccia troneggia nelle vetrine della Feltrinelli al posto del mio adorabile visino per colpa del destino beffardo.

Per fortuna c'è il blog per sfogare l' incontinenza verbale e gli attacchi di incoercibile stupidera.

Jane oggi ha conosciuto Rabb-it.
Il mondo virtuale e quello reale si sono uniti, permettendo a due donne che non si erano mai viste prima di passare qualche ora assieme, chiacchierando come se si conoscessero da tempo.

Jane oggi ha incontrato Elastigirl.
L'ha guardata con adorazione, l'ha ascoltata rapita, ha riso ad ogni sua battuta, le ha stretto la mano e si è sentita completamente cretina.
Avere di fronte una persona di cui sai tante cose, mentre lei ignora anche il tuo nome, dà una certa sensazione di straniamento.

Jane oggi ha parlato con la favolosa Tata Lucia.
La vostra blogger, messa di fronte al proprio mito televisivo, non sapeva se piangere, ridere o buttarsi in ginocchio in adorazione.
Per fortuna è riuscita a darsi un contegno e si è limitata a farsi autografare un libro.

Nonostante la pioggia battente, gli autobus impazziti ed un fastidioso mal di testa, Jane si dichiara completamente soddisfatta del pomeriggio appena trascorso.
Dopo l'agghiacciante plastico della villetta di Cogne.

Dopo essersi aggirato tra i terremotati e le macerie d'Abruzzo come un vampiro pronto a succhiare fino all'ultima goccia di dignità ai propri concittadini.

Ieri Bruno Vespa ha dedicato l'ennesima puntata al delitto di Garlasco, con la teatrale e assolutamente inutile presenza di una bicicletta in mezzo allo studio.

Quando pensi che abbia raggiunto il fondo, lui è in grado di stupirti: prende una pala e si mette a scavare.
Poco prima della mia partenza per Berlino, mammaCole venne colpita da uno dei suoi frequenti ed inopportuni attacchi da "chioccia psicopatica":
"E se io e papà venissimo con te in Germania? Solo i primi giorni, giusto per aiutarti?"

Io declinai gentilmente l'allettante proposta:
"Ma sei matta?"

E anche papàCole catalogò l'ideona di mia madre come: follia momentanea da ansia per l'imminente distacco.

Per farla stare tranquilla le proponemmo un viaggio in terra teutonica a novembre: sarebbero venuti a trovarmi per sincerarsi delle mie condizioni e portarmi tutte le cose che, nel frattempo, avrei sicuramente scoperto di aver dimenticato.

Quando andai a prenderli all'aeroporto, facemmo fatica a riconoscerci tra noi.
Loro, in mezzo ai tedeschi, mi sembrarono ancora più bassi del solito.
Ed io ero ormai mimetizzata con la popolazione indigena, essendo passata dallo stile "Lady Marian dei Gianduiotti" a quello "Meg Ryan Dei Poveri" ed avendo cominciato ad abbinare colori e vestiti in maniera del tutto casuale.(*)

Berlino accolse i miei genitori come, due mesi prima, aveva accolto me. Con lo smarrimento dei bagagli.
Trascorremmo due ore tra l'ufficio della Swissair ed il deposito degli oggetti smarriti: palleggiati tra una ragazzetta svizzera, simpatica come una forma di groviera andata a male, ed una coppia di operai tedeschi, decisamente più gentili, ma altrettanto disinformati. Quando ormai avevamo perso ogni speranza riuscimmo a rientrare in possesso delle valigie e, soprattutto, del mio lettore cd che tanto mi era mancato fino ad allora.

Per i tre giorni successivi, vestendo i panni della guida turistica, scorrazzai i miei genitori per tutta la città.
Per prima cosa li portai allo studentato dove, nel giro di cinque minuti, conobbero i miei vicini più surreali:
il misterioso ragazzo coreano che, causa insormontabili problemi di lingua, parlava poco e solo con pochi eletti;
il "professore" vietnamita, docente momentaneamente prestato all'Europa, che custodiva nella propria camera la strumentazione sufficiente per procedere indifferentemente alla fusione a freddo, alla costruzione di uno shuttle o alla preparazione dei tortelli di zucca;
il cinese ipercinetico, strabordante così tanto entusiasmo ed energia vitale, da essere considerato dai più molesto o semplicemente molto strano;
e "laDonnaFantasma", ragazza di ignota provenienza, che usciva dalla propria stanza solo per riempire un bollitore in cucina e poi, veloce com'era venuta, tornava a rinchiudersi in camera. Senza proferire parola alcuna e senza alzare lo sguardo dal pavimento.

Dopo essersi assicurati che non dormissi sotto un ponte e che non condividessi la mia vita con spacciatori, terroristi o serial killer, i miei genitori furono pronti per il tour de force che avevo preparato per loro.
Il tempo era poco e le cose da vedere tante.
Iniziammo con il Mauermuseum, dove potemmo osservare i numerosi e sorprendenti reperti che testimoniano i tentativi di fuga attraverso il muro.
Proseguimmo con la Nuova Sinagoga che, oltre ad essere il più grande luogo di culto ebraico in terra tedesca, è un edificio di una bellezza disarmante.
Godemmo di una suggestiva vista della città dalla cupola del Duomo.
Ci perdemmo tra le mille sale del Pergamon-Museum, dove sono raccolte imponenti opere monumentali e la riproduzione dell'uomo dei miei sogni: Attalo. (Voi non avete idea di quanto sia bello visto dal vivo!)
Passeggiammo davanti al Reichstag: il parlamento dall'avveniristica cupola trasparente.
Restammo incantati di fronte alla Porta di Brandeburgo, a cui nessuna fotografia potrà mai rendere giustizia.
E ci arrampicammo per la mitica Siegessaule, che con i suoi 285 gradini mise a dura prova la resistenza psicofisica di papàCole.

Dimostrando che lo spirito di adattamento è un tratto genetico, durante la loro breve permanenza berlinese i coniugi Cole, tra una scarpinata e l'altra, riuscirono anche a stringere amicizia con una coppia spagnola, ospite nel loro stesso albergo, e con un panettiere che aveva un negozio nelle vicinanze. Quale lingua utilizzassero per comunicare mi è tuttora oscuro.

*(promemoria: ricordarsi di bruciare tutte le foto che mi ritraggono bionda e procedere all'eliminazione fisica sistematica di tutti coloro che sono stati testimoni di quel buio periodo del mio look)

Continua...

Prologo, 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9


Il giorno di Pasqua CuginoA, SorellaCole e Jane hanno fatto una cosa che non facevano da tanto: si sono ritagliati del tempo solo per loro.
Niente mariti, niente fidanzati, niente mogli: solo loro tre, come quando erano piccoli. Quando Jane era una bimbetta di quattro anni, con la testa piena di ricci e le guanciotte tonde; quando CuginoA, di poco più grande, sfoggiava delle orecchie con cui avrebbe potuto sfidare Dumbo in una gara di volo; quando SorellaCole, ancora preadolescente, era solo un pallido abbozzo della splendida ragazza che sarebbe diventata in seguito.
I tre marmocchi adoravano il telefilm di Batman, quello con il protagonista più pingue che palestrato, le scenografie di cartapesta ed i combattimenti esilaranti.
Amavano così tanto lo show da cercare di reinterpretarlo a loro modo. Cugino A., in piena sindrome da maschio alfa, si auto eleggeva uomo pipistrello. SorellaCole, in qualità di "donna" del gruppo, esigeva per sé il ruolo di Batgirl.
Jane, la più piccola del trio, veniva costretta dagli altri due a rivestire i panni di Robin. Personaggio minuto e sfigato, la cui unica funzione era quella di cacciarsi nei guai.

In occasione di questa rimpatriata i tre compagni di giochi, ormai troppo cresciuti per entrare nelle calzamaglie da supereroi, hanno preferito un passatempo molto più banale: sono andati al cinema.

Dopo aver incrociato le pellicole in programma, con le sale più vicine ed i gusti personali, la loro scelta è caduta su la commedia di Carteni: “Diverso da chi?”
Un film divertente, soprattutto nella rappresentazione del mondo della politica, con i giochi di potere, le primarie farlocche, il centrosinistra sempre sull’orlo dell’autodistruzione ed il centrodestra sfacciatamente populista.
Meno riuscita la parte in cui la vicenda pubblica lascia lo spazio a quella privata: la trama tende a sfilacciarsi un po’, il ritmo ne risente ed Argentero non risulta all'altezza del ruolo, non riuscendo a dare spessore al proprio personaggio, ma riducendolo a tratti all'ennesima macchietta gay.
Promossi, invece, Nigro e la Gerini.
Nel complesso 102 minuti gradevoli, arricchiti dalla buona compagnia ed una confezione extra di pop corn.

Ora vi saluto: io ed i miei compari dobbiamo correre a salvare il mondo!
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